Per capire se siete tra gli oltre 200mila italiani coinvolti nello scandalo Cambridge Analytica, cioè se i vostri dati su Facebook sono stati utilizzati per fini a voi sconosciuti, dovrete aspettare lunedì 9 aprile. In quella data, infatti, la multinazionale di Mark Zuckerberg permetterà agli utenti di verificare se il proprio account è uno degli 87milioni di profili che la stessa Facebook ritiene siano stati condivisi con Cambridge Analytica.
La classifica dei Paesi più colpiti è stata stilata dallo stesso Facebook. La prima posizione è occupata dagli Stati Uniti, con oltre 70 milioni di persone violate nella propria privacy. Seguono, con oltre un milione di violazioni, le Filippine, l’Indonesia e la Gran Bretagna.
L’Italia non compare nei primi 10 Paesi più colpiti ma, secondo il gigante dell’Hi Tech, gli italiani coinvolti sono 214.134. Le loro informazioni, come date di nascita, foto e preferenze politiche, sarebbero transitate da Facebook a Cambridge Analytica grazie a un meccanismo che, sfruttando la debolezza del sistema, si è propagato come una occulta catena di Sant’Antonio.
In Italia tutto è partito da un nucleo di 57 utenti che, previo compenso, hanno utilizzato un’applicazione per svolgere un test della personalità. Quest’applicazione raccoglieva però non solo le informazioni personali, ma anche quelle degli amici di coloro che rispondevano alle domande, moltiplicando in maniera esponenziale la mole di dati raccolti.
Fino a qualche anno fa, infatti, Facebook permetteva alle app di registrare informazioni sugli utenti senza dichiararlo in modo chiaro: è così che gli utenti “derubati” delle proprie informazioni personali sono diventati più di 87 milioni.