di Vincenzo Giardina
Almeno 14 persone sono state uccise nel bombardamento di un aeroporto militare in Siria colpito oggi da missili: lo hanno riferito a Damasco media di Stato, sullo sfondo di notizie e sospetti sull’uso di armi chimiche nel corso di un’offensiva dell’esercito nella roccaforte ribelle di Douma.
Il bombardamento ha colpito la base di Tiyas, nota anche come T4, nei pressi della città di Homs. L’ agenzia di stampa di Damasco Sana aveva ipotizzato per il raid una responsabilità degli Stati Uniti. Sia Washington che la Francia avevano minacciato di reagire al presunto uso di armi chimiche da parte delle Forze armate della Siria ma hanno poi entrambe negato di aver bombardato la base.
Segretario ONU: “Ripugnante se a Douma sono state usate armi chimiche”
Il segretario generale delle Nazione Unite, Antonio Guterres, attraverso il portavoce Stephane Dujarric, ha chiesto ancora una volta il cessate il fuoco per la Siria invitando tutte le parti ad aderire pienamente alla risoluzione 2401 del Consiglio di sicurezza, decisa in febbraio e costantemente violata.
Guterres, che in questo momento si trova in visita ufficiale in Cina, ha fatto sapere che l’Onu non é nella posizione di verificare i rapporti sull’attacco chimico su Douma, ma ha chiarito che “qualsiasi uso di armi chimiche, se confermato, é ripugnante e richiede un’indagine approfondita”.
Dujarric ha aggiunto che per il segretario “non esiste una soluzione militare al conflitto” e quindi bisogna continuare i negoziati. Sempre attraverso il suo portavoce, Guterres ha spiegato che “nelle ultime 36 ore ha ricevuto segnalazioni di attacchi aerei costanti e di bombardamenti su Douma che hanno ucciso civili, distrutto infrastrutture e danneggiato strutture sanitarie”.
Bombardamenti sono stati denunciati anche a Damasco. Il portavoce ha richiamato il rispetto del diritto internazionale e umanitario, compreso l’accesso degli aiuti a tutte le persone bisognose, in tutta la Siria, “come era stato previsto dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza”. Dall’11 marzo scorso circa 25mila persone hanno lasciato la Ghouta orientale, cercando rifugio nei villaggi rurali di Damasco, Dweir, Adra e Herjelleh.
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