Inneggiavano slogan tipici dell’estrema destra i 200 uomini che hanno attaccato l’accampamento profughi della piazza principale di Mytilini, sull’isola di Lesbo. I migranti erano accampati in piazza da mercoledì per protestare contro la lentezza con cui vengono vagliate le loro richieste di asilo. Per questa ragione avevano lasciato la tendopoli di Moria spostandosi nella piazza Mytilini e dando vita al sit-in di protesta. Un “plotone” di estremisti di destra ha attaccato, con estrema violenza, la piazza ed i suoi profughi e il centro di Mytilini si era trasformato in un campo di battaglia. Gli scontri tra i migranti attaccati e lo squadrone di estremisti sono andati avanti abbastanza per produrre decine di feriti, alcuni anche gravi, tra i profughi colti alla sprovvista e con le forze dell’ordine presenti sul posto non organizzate per una legittima difesa ed in netta inferiorità numerica. Sul posto sono intervenuti altri reparti delle forze dell’ordine a sostegno di quelle già presenti ed in netta minoranza che, dopo aver sedato la violenta e diffusa rissa, hanno provveduto al trasferimento dei migranti nel campo di Moria. I feriti sono invece stati trasferiti nel vicino ospedale.
L’attacco, di inaudita violenza, ha avuto inizio ieri sera, intorno alle 20. Lo squadrone fascista ha dapprima aggredito il cordone di polizia che garantiva l’ordine pubblico intorno al luogo di sit-in. La degenerazione ha avuto luogo da li a breve ed i propositi assolutamente non pacifici risultavano evidenti dagli urlati “bruciateli vivi” che gli estremisti scagliavano all’indirizzo dei migranti mentre le forze dell’ordine tentavano di impedire l’accesso alla piazza. I manifestanti razzisti si trovavano in centinaia ad un corteo e, secondo la stampa locale, manifestavano contro la detenzione di due soldati greci nelle prigioni turche. Dalla manifestazione si sarebbero staccati un paio di centinaia di estremisti esaltati che hanno poi attaccato con lanci di sassi, bottiglie e razzi il gruppo di profughi in piazza Sapphous, nel centro di Mytilini. I migranti non hanno potuto fare altro che chiudersi in un cerchio protettivo per evitare ai bambini di essere raggiunti dalla sassaiola. Un gruppo di attivisti di sinistra nel frattempo ha raggiunto la piazza e dato sostegno rafforzando il cordone formato dai migranti a protezione di donne e bambini. Attivisti che, dopo aver assicurato la copertura ai migranti e aumentato le proprie fila, si sono scontrati con gli estremisti fascisti tentando di dare manforte agli agenti di polizia fino all’arrivo dei rinforzi. La violenza dello scontro ha comunque messo a dura prova le forze dell’ordine e si è estesa oltre il centro di Mytilini e fino al lungomare dove sono stati anche bruciati cassonetti di rifiuti e messi in atto altre azioni vandaliche. La quiete, relativa, è tornata in città solo dopo che i pullman approntati dalla polizia ha riaccompagnato i migranti nel campo profughi di Moira. Il campo, già nel settembre di due anni addietro era stato oggetto di violenza razzista e dato alle fiamme.