“Secondo le cifre diffuse dall’OIM 1.026 persone sono morte nel tentare la traversata del Mediterraneo centrale dal giorno in cui la nostra nave è stata sequestrata. Certamente non saremmo riusciti a salvarli tutti, ma ci sarebbe stata semplicemente una nave in più per salvare vite umane”. Lo ha scritto oggi su Twitter la Ong tedesca Jugend Rettet. La nave in oggetto è la Iuventa, sequestrata il 2 agosto dello scorso anno durante una sosta a Lampedusa e condotta con i sigilli dell’autorità giudiziaria a Trapani.
La Corte di Cassazione di Roma, oggi, si è espressa in merito all’istanza di dissequestro della nave respingendo la richiesta. La nave resta quindi ferma agli ormeggi di Trapani, all’ombra della Procura che ne ha richiesto il fermo. “Siamo profondamente scioccati dal fatto che oggi, dopo mesi di attesa e tempi difficili per tutti i sostenitori dell’organizzazione, il tribunale ha deciso contro il rilascio della Iuventa”, ha dichiarato Sophie Tadeus, membro del consiglio di Jugend Rettet. “La situazione che, ancora di più ricorda Davide contro Golia, indica una grande sfida per l’organizzazione in futuro.”, continua Sophie Tadeus. Le affermazioni dell’attivista sfociano poi in poco velate accuse di persecuzione per ragioni politiche nei confronti della Ong: “Questo, probabilmente, può essere risolto solo da ulteriori contatti con altre Ong, nonché una maggiore attenzione alle attività di lobbying politico e campagne più complete per un lungo periodo di tempo. Vediamo il caso chiaramente motivato da ragioni politiche, dal momento che operiamo in uno spazio umanitario politicizzato”.
“Il fatto che alla Iuventa sia stata negata la sua zona operativa per oltre 8 mesi, e che le autorità italiane hanno rifiutato oggi il dissequestro è uno scandalo. Il numero di morti e le persone scomparse, che sono solo marginalmente inferiori rispetto al 2017, parlano da sole e dovrebbero dare a Politici e cittadini europei molto su cui pensare. Siamo molto preoccupati per gli sviluppi politici a livello europeo e nazionale, in considerazione della situazione nei paesi nordafricani, in particolare con la Libia e il ruolo della sua cosiddetta Guardia Costiera. Quindi, siamo motivati a continuare a combattere contro questi sviluppi, nonostante tutte le rappresaglie contro di noi. Ci alzeremo in piedi per i diritti dei rifugiati e dei migranti in difficoltà in mare “, ha dichiarato Philipp Külker, portavoce dell’organizzazione. La Ong ha dichiarato l’intenzione di rivolgersi alla Corte europea per ottenere il dissequestro della nave.
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