di Roberto Greco
L’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, rappresenta una fase assolutamente fondamentale per la storia moderna del Sudafrica, in quanto indica, da un lato, la progressiva fine di una lunga, tormentata epoca impregnata di odio razziale e, dall’altro, segna l’avvio di un nuovo percorso politico-esistenziale di un paese dotato di straordinarie potenzialità culturali ed economiche. Dopo secoli di dominazione coloniale da parte di una minoranza bianca, dopo decenni di repressione, di annullamento delle libertà e dei diritti fondamentali della maggioranza della popolazione sudafricana, e dopo un intenso processo di negoziazioni durato quattro anni, in un clima sia interno sia internazionale di generale euforia, si svolsero le prime elezioni multirazziali e democratiche, basate sul principio one person one vote. Tale momento storico vide un imponente coinvolgimento e partecipazione del popolo sudafricano. Ben l’87% dell’elettorato attivo esercitò il diritto di voto.
Questo creò, lungo le strade delle città impegnate nel voto, lunghe e colorate file di elettori, la maggior parte dei quali, per la prima volta nella loro vita, liberamente sperimentavano il diritto di voto, un diritto imprescindibile per l’edificazione di una società democratica. In quei giorni, ricchi di pathos, di aspettative, ma anche di paure, stava germogliando la Rainbow Nation, alla cui presidenza si stava accingendo Nelson Mandela, il quale, dopo ventisette lunghi anni di prigionia, divenne il simbolo, la guida spirituale, umana e politica di una nuova nazione. Poco prima delle elezioni, nel 1993, Nelson Mandela aveva ricevuto il premio Nobel per la pace insieme a Frederik de Klerk, che sarebbe divenuto, con le elezioni del 26 aprile, l’ultimo presidente bianco del Sudafrica. Il premio Nobel fu assegnato “per il loro lavoro per la fine pacifica del regime dell’apartheid e per aver posto le basi per un nuovo Sudafrica democratico”. L’ANC – African National Congress – ottenne 12 milioni di voti pari a oltre il 62 per cento del totale. Il National Party, il partito dei bianchi giunse secondo, con poco meno di 4 milioni di voti, poco più del 20 per cento del totale. Dal 1994 fino ad oggi l’ANC è sempre rimasto la prima forza politica del paese e ha sempre ottenuto percentuali superiori al 60 per cento.