Kim Jong Un è il primo leader del governo di Pyongyang dalla fine della guerra di Corea nel 1953 a varcare il confine che corre lungo il 38° parallelo, per un incontro con il capo di Stato di Seul, Moon Jae-in. Kim ha attraversato a piedi la linea di demarcazione militare per poi incontrare, alle 9 e mezza ora locale (2,30 ora italiana), il presidente sudcoreano nel complesso di Panmunjeom, nella zona smilitarizzata, dove fu firmato l’armistizio che interruppe la guerra tra le due parti 65 anni fa.
Mettere per iscritto la volontà di denuclearizzazione della penisola coreana
“Speriamo di poter mettere per iscritto la volontà di denuclearizzazione della penisola coreana. Il Summit sarà un successo se si riesce a raggiungere quest’obiettivo” ha detto Im Jeong Seok, capo dello staff presidenziale del Sud e tra i principali organizzatori: “Potrebbe servire come un primo passo verso l’incontro tra Corea del Nord e Stati Uniti (previsto a giugno, ndr)”. Im ha aggiunto: “Ciò che rende questo vertice profondamente diverso dagli accordi precedenti è il fatto che la Corea del Nord ha completato lo sviluppo di armi nucleari, compresi missili balistici intercontinentali”. “Ora comincia una nuova storia”, ha scritto il leader nordcoreano sul libro degli ospiti alla Peace House dove si è tenuta la cerimonia di benvenuto.
Una pietra miliare per la pace nella penisola coreana
“Un evento storico”. “Una pietra miliare per la pace nella penisola coreana”. Così l’arcivescovo Kim Hee-Joong, presidente della Conferenza episcopale coreana, definisce in un comunicato diffuso oggi – e inviato al ‘Sir’ – l’incontro che si sta svolgendo a Panmunjom tra il leader nordcoreano, Kim Jong-un, e il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in”.