di Alessandra Fabbretti
Sono tre i palestinesi uccisi dai soldati israeliani, nel corso di questo quinto venerdì di protesta al confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Lo riferiscono fonti del ministero della Sanità palestinese, riportate da testate internazionali concordanti. Ieri le Nazioni Unite hanno fornito un bilancio ufficiale: 40 i morti tra i palestinesi che hanno aderito alla “marcia del ritorno”, una protesta iniziata il 30 marzo e che, nelle intenzioni dei suoi organizzatori, vuole richiamare l’attenzione sulle violazioni dei diritti dei palestinesi residenti nella Striscia, nonché invoca il ritorno di coloro che, con la proclamazione dello Stato di Israele del 1948, hanno dovuto lasciare il paese.
Sempre secondo l’Onu, sono invece 5.511 i feriti. Come spiega il quotidiano israeliano Haaretz, il bilancio è frutto dei dati forniti dal Ministero della Sanità palestinese. Gli esperti Ocha (l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari), temono però che sia una stima provvisoria. Ancora ieri, l’Ong israelo-palestinese B’Tselem, che promuove la pace e il dialogo tra i due popoli, ha inviato un messaggio al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel quale chiede di fare “tutto quanto è in suo potere per proteggere la vita dei palestinesi, nel rispetto del diritto internazionale”.
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