di Giulia Filpi
Il totale delle spese militari mondiali è tornato ad aumentare lo scorso anno, dopo una fase in cui era rimasto sostanzialmente invariato. Lo indicano i dati diffusi oggi dal Sipri, l’Istituto internazionale di ricerca per la Pace di Stoccolma. “Dopo 13 anni consecutivi di aumento dal 1999 al 2013 e spese rimaste relativamente invariate nella fase successiva – si legge in un comunicato dell’organizzazione basata in Svezia – il totale delle spese militari ha raggiunto i 1.739 miliardi di dollari nel 2017. Un aumento marginale dell’1,1% in termini reali rispetto al 2016″.
In testa alla graduatoria dei Paesi che spendono di più per gli armamenti si trovano gli Stati Uniti, con 610 miliardi di dollari, ovvero oltre un terzo del totale mondiale. Washington ha posto così fine a un periodo, iniziato nel 2010, di diminuzione delle spese militari.
Al secondo posto si trova la Cina, con una spesa in aumento da 29 anni e che per l’anno scorso era stimata 228 miliardi, il 5,6% in più rispetto al 2016. Segue l’Arabia Saudita, che nel 2017 ha incrementato il budget per la guerra del 9,2% rispetto all’anno precedente, portandolo a 69 miliardi e innescando un aumento degli armamenti in tutto il Medio Oriente, in particolare in Iran (19%) e Iraq (22%).
Con 66,3 miliardi di dollari, le risorse che la Russia impiega per le armi sono invece in calo del 20% rispetto all’anno scorso: è la prima riduzione dal 1998 registrata dal Sipri.
Nel 2017, le spese militari hanno rappresentato il 2,2% del Pil mondiale, ovvero 230 dollari per persona.