di Andrea Mari e Luca Donigaglia
Incontro-scontro ieri, fuori dall’aula della Corte d’Assise di Bologna in cui si svolge il processo a carico dell’ex Nar Gilberto Cavallini, tra Luigi Ciavardini, condannato in via definitiva nel 2007 come esecutore della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, e la vicepresidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Anna Pizzirani. Ciavardini, fuori dall’aula in attesa di testimoniare, ha riconosciuto e salutato Pizzirani durante una sospensione dell’udienza, e da lì è nata una discussione tra i due, con l’ex Nar a ribadire la propria innocenza e l’esponente dell’associazione a ricordargli la sentenza definitiva di condanna nei suoi confronti.
A Pizzirani, Ciavardini ha voluto dire, senza mezzi termini, che “chiunque abbia commesso la strage è una m… d’uomo”, ma la vice di Paolo Bolognesi ha tenuto il punto, dicendogli che “allora se lo sta dicendo da solo”. Vani i tentativi dell’ex Nar di proclamare, ancora una volta, la propria innocenza, definendosi anche “l’86esima vittima della strage, e forse siamo 89, se contiamo gli altri condannati, anche loro innocenti”: Pizzirani gli ha infatti replicato che “mia figlia, che allora aveva 11 anni, ha avuto il carattere cambiato dalla strage, e lei potrà anche essere tranquillo, ma io ancora non lo sono. Perciò – ha concluso – anche se mi fa piacere che mi abbia riconosciuto, faccio molta fatica a parlare con lei, quindi lei resti sulle sue posizioni, e io resto sulle mie”.
Familiari a Ciavardini: “Le vittime sono 85”
“Mi ha visto e riconosciuto, io l’ho salutato come lui ha salutato me. Certo, poteva farne a meno. Mi ha dato molto fastidio e gliel’ho detto. Non l’ho vissuta come una provocazione, comunque, anche perché ci siamo visti tante volte. E lui è stato condannato”. Così la vicepresidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto, Anna Pizzirani, durante la pausa del processo ieri in Tribunale a Bologna, a carico dell’ex Nar Gilberto Cavallini, torna sul suo incontro con Luigi Ciavardini fuori dall’aula.
Ciavardini, condannato in via definitiva come uno degli esecutori della strage, ha salutato Pizzirani e le ha detto di considerarsi l’86esima vittima. “Lui – replica a margine la vicepresidente dell’associazione dei famigliari – è uno degli autori e ha cambiato il carattere di mia figlia, che quel giorno aveva 11 anni, è rimasta ferita e oggi non vuol più sentirne parlare, non si è neanche costituita parte civile…”. Pizzirani rimarca su Ciavardini così: “L’ho visto a tutti i processi, aveva già tentato di parlarmi, sia a Bologna sia a Roma in Cassazione. Cerca di farsi passare come l’86esima vittima, si ritiene innocente perché alla sentenza di primo grado era stato assolto. Però, non era presente quando fu assolto mentre io c’ero: fu assolto, sì, ma con una busta segreta a parte di dissenso da parte di un giudice. Dopo, del resto, è stato sempre condannato”. Insiste Pizzirani: “No, le vittime sono state 85. Lui pensi quello che vuole, io mi attengo alle carte processuali”.