“E Martina cosa fa? Non può permettere tutto questo. Ragazzi fate qualcosa, quello è entrato in casa nostra, ha sfasciato tutto il mobilio e adesso si è messo a mangiare i pop corn coi piedi sul tavolo”. La cerimonia in ricordo di Massimo D’Antona, il giurista assassinato 19 anni fa in via Salaria dalle Nuove Brigate Rosse, si è appena conclusa. Si respira un clima di commozione e di silenzio, la moglie Olga D’Antona, ex deputata dei DS, è appena scesa dal palco dopo l’intervento della leader della Cgil, Susanna Camusso. Saluta i tanti che sono intervenuti al ricordo del marito. Stringe la mano alla vice presidente della Camera, Mara Carfagna; al capo della Polizia, Franco Gabrielli; a Walter Veltroni; alle delegazioni di Cisl, Uil e Cgil; a Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina.
Arrivano le prime notizie dall’assemblea del PD, le divisioni, le dimissioni congelate di Renzi. Guglielmo Epifani si avvicina a Camusso, Olga D’Antona parla con due giovani democratici. A un certo punto la voce si alza e il cronista dell’agenzia Dire si avvicina. La vedova del professore di Diritto del Lavoro si sfoga con i ragazzi che ha davanti, parlando del segretario dimissionario: “Dovete fare qualcosa, Martina non può permettere tutto questo”, attacca. “Quello è entrato a casa nostra, ha sfasciato tutto il mobilio e adesso si è messo a mangiare pop corn coi piedi sul tavolo”. I due giovani ascoltano, uno prova a sdrammatizzare: “Il nostro è un partito articolato…”. D’Antona è stato un riformista che collaborava con il Governo di centrosinistra. Il suo pensiero è tuttora un faro per il PD che oggi ha aperto l’assemblea all’Ergife proprio ricordandolo.