Fu Giovanni Falcone ad intuire la “dimensione unitaria di Cosa nostra”, e che bisogna cercare innanzitutto i soldi e gli affari per fermare le cosche mafiose. Così ottenne che una squadra di finanzieri dell’allora Nucleo Regionale di Polizia Tributaria lavorasse al fianco del pool, nel bunker dell’Ufficio Istruzione, per ricostruire le connessioni fra boss, clan e insospettabili complici che emergevano da una montagna di assegni al tempo appena sequestrati. Maria Falcone, sorella del giudice, ricorda che proprio «in quei giorni nacque il motto: “Segui il denaro, troverai la mafia”. Ancora oggi un punto di riferimento per una lotta fondamentale nel nostro Paese. Ma all’inizio le difficoltà furono tante: in una intervista del tempo, Paolo Borsellino sottolineò come in quei difficili anni ottanta il pool non avesse a disposizione neanche un computer.
Il video, realizzato dal Comando Regionale Sicilia con il prezioso contributo della Fondazione Falcone, prende le mosse dalla Palermo del 1983: una città insanguinata da una mattanza che sembra senza fine. Per l’occasione, saranno presenti il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Francesco Minisci e il Comandante Generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi. “Le Fiamme del Pool….sulle tracce dei tesori di cosa nostra”, sarà proiettato alle 17,00 di domani, martedì 22 maggio, nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Palermo, nell’ambito dell’iniziativa in ricordo della figura di Giovanni Falcone promossa dalla Sezione Distrettuale palermitana dell’Associazione Nazionale Magistrati e dal Comando Regionale Sicilia della Guardia di Finanza.
Il traile di Le Fiamme del Pool….sulle tracce dei tesori di cosa nostra