di Maria Carmela Fiumanò
Un governo ‘di garanzia’ che potrebbe diventare elettorale nel caso non dovesse ricevere la fiducia del parlamento. Viene definito così, in ambienti del Quirinale, l’esecutivo che dovrebbe guidare Carlo Cottarelli nel caso sciolga positivamente la riserva dopo l’incarico ricevuto dal presidente Sergio Mattarella. Del resto lo stesso Cottarelli, parlando alla stampa dopo il colloquio con il capo dello Stato, ha specificato che il suo sarà un governo neutro e che nel caso non trovasse una maggioranza per sostenerlo ‘traghettera’ il Paese verso elezioni anticipate. Chi è vicino al presidente della Repubblica definisce Mattarella determinato e sereno, nonostante la cruenza degli attacchi ricevuti sui social dopo che ieri Giuseppe Conte ha rimesso il mandato.
IERI COLLOQUI ‘DISTESI’ CON SALVINI E DI MAIO
Il capo dello Stato è sereno, viene spiegato, anche perché i colloqui di ieri, prima con Matteo Salvini e poi con Luigi Di Maio, sono avvenuti in un clima molto disteso. Di minacce di impeachment, come ventilato nei comizi e nelle interviste anche da Di Maio, ieri non è stato fatto nessun accenno al presidente al quale invece Salvini ha detto chiaramente che ci sarebbe stata una ‘rottura’ per la formazione del nuovo governo nel caso fosse arrivato un ‘no’ su Savona al ministero dell’Economia.
DA SALVINI ‘NO’ A SOLUZIONI ALTERNATIVE A SAVONA
Di Maio avrebbe posto qualche perplessità sull’irrigidimento del Carroccio confermando però che il nome proposto per Via XX settembre restava Savona. Il segretario della Lega e il leader M5S sono stati chiamati dal presidente, viene precisato, ed entrambi i colloqui sono stati molto cordiali.
Dal Quirinale fanno presente che il presidente della Repubblica ha cercato in tutti modi una soluzione per sbloccare lo stallo sulla casella dell’Economia. Avrebbe chiesto anche a Salvini come mai non ritenesse Giancarlo Giorgetti una possibile alternativa a Savona e il segretario del Carroccio ha risposto che la formazione della squadra di governo, durante la trattativa con i 5 stelle, era stata molto complessa per cui, in sostanza, sarebbe stati come togliere un tassello da un castello di carte: sarebbe crollato tutto.
CONTE HA RIFIUTATO UN GOVERNO AD INTERIM
Mattarella ha infine cercato un’ulteriore mediazione quando alle 19 è salito al Colle Giuseppe Conte, proponendogli un interim. Ma il professore ha cortesemente declinato precisando che non se la sentiva di avere quella competenza data la sua formazione da giurista e che in ogni caso non era quella la soluzione politica concordata da Lega e M5s.
QUATTRO I MINISTRI ‘ATTENZIONATI’ DAL COLLE
Quanto a Savona, dall’entourage del presidente viene spiegato che la contrarietà non era per la sua persona ma per l’impatto che un ministro con quel profilo e quelle idee avrebbe creato sui mercati internazionali provocando preoccupazione è instabilità. Mattarella aveva anche fatto presente alle due delegazioni giallo-verde, durante le consultazioni al Quirinale prima di affidare l’incarico a Conte, che avrebbe valutato in particolare quattro ministeri: Interno, Difesa, Esteri ed Economia. E di non aver trovato nessun diniego a questa sua intenzione di ‘vigilanza’. Anzi, aveva aggiunto che se a capo di quei ministeri fossero stati indicati i leader di partito non avrebbe avuto alcun problema.