di Vincenzo Giardina
Si chiacchiera troppo in Uganda. Almeno così la pensa il presidente Yoweri Museveni, al potere da una vita, deciso ora a farla finita con i “lugambo”: “pettegolezzi” alimentati, pare, dai social network. Per contrastarli, su Whatsapp, Facebook, Twitter, Skype e Viber, il parlamento di Kampala ha approvato ieri l’introduzione di una tassa da 200 scellini al giorno, circa quattro centesimi di euro. A pagarla, tra le proteste di oppositori e attivisti, saranno dal 1° luglio i possessori di Sim abilitate per internet e social.
La misura, in discussione da settimane, sta alimentando polemiche e accuse. Secondo il blogger Rosebell Kagumire, “è parte di un tentativo più generale di ridurre la libertà di espressione”. A protestare è stato perfino Patrick Nsamba, deputato del partito del presidente, che ha fatto riferimento anche a una nuova tassa sul trasferimento di denaro attraverso i telefoni cellulari. “É facile per un parlamentare sostenere che l’1 per cento sia una piccola cosa”, ha detto Nsamba: “Chi guadagna meno di un dollaro al giorno rischia di ritrovarsi la schiena spezzata”.