Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera aperta inviataci dall’avvocato Maria Dell’Imperio
Come è noto, da mercoledì scorso, non sono più il Vice Sindaco del Comune di Lampedusa e Linosa, essendo stata revocata da parte del Sindaco. Mi sembra giusto dare una spiegazione a chi mi ha votata e a tutti coloro per cui ho ricoperto l’incarico di Vice Sindaco per quasi un anno. Sebbene revocare il ruolo che, con onore e grato animo per la cittadinanza, ho sinora svolto, rientri nelle prerogative del Sindaco, non posso concordare sulle asserite motivazioni che lo avrebbero portato a detta scelta di natura amministrativo/politica.
Apprendo, dall’Atto notificatomi, che i motivi della mia revoca risulterebbero essere il “venir meno … della necessaria convergenza politica indispensabile per attuare il programma dell’Amministrazione”.
Il motivo del venir meno della “convergenza” politica per “attuare il programma” deriva, essenzialmente, dalla circostanza che, io ritenga ingiusto ed illegittimo il calcolo a forfait dei consumi idrici per come calcolati, e richiesti, in assenza dell’installazione dei relativi contatori.
Tale mia opinione, però, non è affatto, come oggi si vuole far intendere, un “venir meno” della “convergenza politica” rispetto al programma intrapreso.
Anzi, nel programma con cui ci siamo presentati agli elettori, si dichiarava che “il Comune … non riesce a riscuotere tutta la somma dai cittadini poiché il conteggio dell’acqua forfettario è illegale e gran parte del territorio non è dotato di contatori”, così come ribadito anche nei comizi elettorali.
Detto programma elettorale, vorrei ricordare, è proprio quello per cui, noi tutti, compreso il nostro attuale Primo Cittadino, siamo stati eletti, ma in base alla motivazione della revoca il Sindaco sembra averlo dimenticato.
Come alcuni sapranno, prima di essere eletta avevo patrocinato diverse cause contro il Comune di Lampedusa, ottenendo delle sentenze positive che dichiaravano illegittimo il calcolo a forfait.
Quindi, prima dell’avvio ufficiale della campagna elettorale, avevo avuto un confronto sull’argomento con il Dott. Martello che, data la sua esperienza amministrativa, aveva assicurato sarebbe stato possibile risolvere la questione in modo conforme alla Legge, anche alla luce di quelle Sentenze. Così lo abbiamo inserito nel programma elettorale e io, per prima, mi sono battuta, anche nei comizi, su questo argomento.
Una volta eletti, ho rinunciato ai miei incarichi contro il Comune e, già nel Luglio 2017, a un mese dalle elezioni, ho sottoposto al Sindaco una prima soluzione che lui non ha ritenuto opportuna.
Nel rispetto del Sindaco, quindi, ho lavorato su un’altra soluzione. In particolare, da una parte c’erano delle somme che il Comune doveva riscuotere e dall’altra una serie di Sentenze che dichiaravano illegittimo il calcolo a forfait, nello stesso tempo un servizio di erogazione idrica, poco o tanto che fosse, era stato erogato dal Comune, quindi serviva capire quali somme potessero legittimamente essere richieste ai cittadini. Poiché non poteva essere l’organo politico a fare questa valutazione, la mia soluzione era quella di chiedere un parere ad un esperto che potesse dire al Comune quali somme poter domandare ai cittadini e quali no.
Anche questa soluzione non è stata ritenuta opportuna dal Sindaco.
Nel frattempo, però, il Comune, a mia insaputa, notificava ingiunzioni di pagamento per l’acqua a forfait, su fatture che si sarebbero prescritte solo l’anno prossimo. Quindi ho sottolineato al Sindaco che sarebbe stato più opportuno aspettare, avendo ancora un anno di tempo per trovare una soluzione e che, quindi, le casse comunali non ne avrebbero risentito, ma non sono stata ascoltata. Come era logico accadesse, date le varie sentenze a favore dei cittadini, ci sono stati più di 100 ricorsi contro le ingiunzioni. Allora, per l’ennesima volta, mi sono rivolta al Sindaco ribadendo che, a fronte delle Sentenze che davano ragione ai cittadini c’era un alto rischio che questa operazione danneggiasse le casse comunali, piuttosto che incrementarle e che sarebbe stato più cauto per il Comune sospendere le ingiunzioni in attesa di trovare la soluzione prima della prescrizione.
Il Sindaco decideva, invece, di affidare l’incarico ad un legale, ritenendo che la miglior tutela per il Comune fosse costituirsi nei processi contro i cittadini che avevano fatto ricorso, nonostante ci fossero decine di sentenze contrarie al Comune, nonostante quello a cui ci eravamo impegnati con il programma elettorale e nonostante gli esponessi le mie valutazioni da un anno. E lo ha fatto con una delibera di Giunta tenutasi alle ore 20.00, senza neanche convocarmi o avvisarmi. Strano, visto che, quel giorno, ero stata in comune dalle 9 del mattino fino alle 7 di sera.
A quel punto, poiché l’argomento era tra i punti all’ordine del giorno del prossimo Consiglio, ho detto al Sindaco che, visto che le mie soluzioni non erano state da lui condivise, se non avesse trovato una soluzione prima del Consiglio, avrei espresso in quella sede la mia opinione, per rispetto al programma elettorale e a chi aveva creduto in noi ed in me. Lo stesso è stato da me ribadito in sede di pre-consiglio sabato sera. Il Sindaco mi ha detto che ero libera di esprimere la mia opinione.
Quindi, in Consiglio ho ribadito che, in modo conforme a quanto avevo sostenuto in campagna elettorale, avevo lavorato sulla questione, sottoponendo al Sindaco due soluzioni e che, lo stesso, in qualità di Capo dell’Amministrazione, non le aveva ritenute meritevoli di accoglimento, mentre ha preferito un’altra strada (ingiunzioni fiscali e processi) che io non condividevo perché ritenevo più cauto, per tutelare il Comune e non vessare i cittadini, sospendere le ingiunzioni nel tentativo di trovare una soluzione legittima prima della prescrizione. Il Sindaco, in Consiglio ha replicato che non avrei dovuto esporre le mie valutazioni in quella sede e che, per aver espresso un parere diverso dal suo avrebbe adottato provvedimenti consequenziali (revoca dell’incarico). Gli ho replicato, quanto ora dico a voi: se avere un’opinione diversa dal Sindaco, un’opinione conforme alla Legge, coerente con quanto dichiarato nel programma elettorale, che cercava di tutelare il Comune e non gravare illegittimamente sui cittadini, significava essere fuori dalla maggioranza, allora avrebbe anche potuto dimettermi quella stessa sera. Sento con molta responsabilità il ruolo di tutela del Comune e di rappresentanza dei cittadini. Se non si può avere un’opinione che vada in questo senso o se è proibito esprimerla, nonostante sia conforme al programma elettorale, sono ben lieta di non fare parte di quella maggioranza. Del resto, un’opinione diversa può solo stimolare un gruppo di lavoro, ma, a quanto pare, con il Sindaco Martello questo non è possibile. Resterò a diposizione dei cittadini e farò del mio meglio per rappresentarli, pur non facendo parte né della maggioranza (che, evidentemente, non ricorda il “programma” per il quale è stata eletta), né dell’opposizione. Resterò autonoma, semplicemente come il consigliere Maria Dell’Imperio che non dimentica quanto detto in campagna elettorale.
Maria Dell’Imperio