Si è aperto in Canada il G7, il summit che riunisce i capi di stato e di governo dei 7 paesi più industrializzati al mondo e che si concluderà oggi. Il summit si svolge a Charlevoix, in Quebec, ed è presieduto dal premier canadese Justin Trudeau. È il primo banco di prova di politica estera del nuovo governo con il neo premier Giuseppe Conte. Ma, essendo appena insediato, l’Italia parteciperà al G7 con il dossier preparato dall’ufficio diplomatico dell’ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
CONTE: D’ACCORDO CON TRUMP, RUSSIA DEVE RIENTRARE NEL G8
“Sono d’accordo con il Presidente @realDonaldTrump: la Russia dovrebbe rientrare nel G8. È nell’interesse di tutti”. È quanto si legge in un tweet del premier Giuseppe Conte. Sul suo profilo instagram, invece, Conte scrive: “Anche qui per portare gli interessi dei cittadini italiani”.
MACRON: NON AVER PAURA DI UN ACCORDO A SEI, SENZA GLI USA
“Al G7 non bisogna avere paura di un accordo a sei, senza gli Stati Uniti”: lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, in Canada per il vertice tra le maggiori potenze industrializzate. A segnare i lavori a La Malbaie, nella regione del Quebec, potrebbero essere nuove divisioni tra l’amministrazione guidata da Donald Trump e governi storicamente alleati di Washington.
Un primo incontro tra Macron e il primo ministro Justin Trudeau, ospite del vertice, si è concluso con un appello a “un multilateralismo forte, responsabile e trasparente”. Un riferimento, questo, anche ai dazi che dal 1° giugno Washington ha esteso alle importazioni di acciaio e alluminio provenienti da Canada, Messico e Paesi europei. Insieme, nel corso di una conferenza stampa, Macron e Trudeau hanno sottolineato che le nuove imposte sono “inaccettabili” e “faranno male” agli Stati Uniti stessi, determinando la “perdita di posti di lavoro”.
Altro dossier sul quale potrebbero emergere divergenze tra le due sponde dell’Atlantico è l’Accordo sul nucleare dell’Iran. Gli Stati Uniti si sono ritirati dall’intesa mentre l’Ue e i suoi Stati membri hanno ribadito il loro impegno, chiedendo per altro a Washington di non colpire con sanzioni “indirette” le imprese europee in affari con Teheran.
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