Lo rende noto la Guardia Costiera libica, o sedicente tale, annunciando un recupero effettuate al largo della costa. A bordo di un gommone c’erano 115 persone, ed insieme a loro erano anche cinque cadaveri. Il gommone è stato intercettato ieri a nordovest di Tripoli, sulla “rotta zero” dei principali punti di partenza dei migranti ad ovest della Capitale. A nord di Zawiya è stato infatti intercettato un altro gommone, domenica, con a bordo 76 persone.
I migranti a bordo di entrambi i gommoni sono stati condotti a Tripoli, come i corpi dei cinque migranti che hanno avuto la peggio. In totale sono quindi 191 le persone che i libici hanno probabilmente salvato da mare mosso, onde alte e trenta nodi di vento nel mediterraneo centrale. I cinque corpi invece si aggiungono al corpo che la Nave Diciotti della Guardia Costiera italiana si appresta a sbarcare nel porto siciliano di Pozzallo dopo una lunga e faticosa navigazione in cui ha raccolto 500 migranti da mercantili che li avevano soccorsi e i 42 superstiti del naufragio su cui era intervenuta la nave della Marina Militare americana USS Trenton.
Ieri mattina la grossa nave della Guardia Costiera aveva evacuato da bordo, per emergenze sanitarie, quattro migranti verso Lampedusa. Uno dei quali ha raccontato di aver subito torture in Libia con ripetute scariche di corrente elettrica ad alto voltaggio. Dal trasbordo che Nave Diciotti ha effettuato sui guardacoste per il successivo sbarco sull’isola pelagica all’arrivo nei pressi della costa siciliana sono trascorse molte ore, non tutte dovute alla navigazione. L’ordine di sbarcare a Pozzallo gli oltre 500 migranti la nave della Guardia Costiera pare lo abbia ricevuto con sensibile ritardo causa attese disposizioni del Viminale.