I numeri resi noti ieri, in occasione del 244° anniversario della Guardia di Finanza, hanno dato un’idea dell’encomiabile operato delle Fiamme Gialle, ma anche del volume di evasione e corruzione che l’Italia subisce ogni giorno. Mille “grandi evasori” a cui sono stati confiscati un miliardo e trecentomila euro, in manette 644 tra corrotti e corruttori per un giro di appalti truccati da 3 miliardi di euro, intercettati 3 miliardi di denaro sporco che evasori, corrotti e mafiosi cercavano di riciclare, confiscati beni per un valore di 2 miliardi alle mafie. Questo in sintesi il bilancio per grandi titoli degli ultimi 18 mesi di attività della Guardia di Finanza. A queste cifre si aggiungono i 55 milioni di euro di evasione scoperti con l’operazione “Grandi Magazzini” che culmina nell’esecuzione di sequestro preventivo in atto oggi.
Due decreti di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di un importo complessivo pari ad euro 15.253.383,00, disposti dall’Autorità Giudiziaria ed eseguiti nella giornata odierna dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Fano. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato 7.442.582,00 di euro giacenti presso conti correnti di banche siti in Italia e nella Repubblica di San Marino, tramite rogatoria internazionale attivata dalla Procura della Repubblica di Pesaro, nonché provviste, beni mobili, immobili, conti correnti e quote societarie per ulteriori 4.243.863,00 di euro. Sottoposti quindi a sequestro beni e disponibilità finanziarie per un valore effettivo di euro 11.686.445,00 euro su un totale complessivo di oltre 15 milioni previsto dai provvedimenti disposti e confermati dal Tribunale del Riesame su proposta della Procura della Repubblica all’esito dei ricorsi presentati dagli indagati.
Le somme sequestrate sono riconducibili all’attività di un’associazione per delinquere il cui centro logistico ed operativo è risultato a Fano, in provincia di Pesaro. L’associazione è però risultata ramificata in diverse regioni italiane. Questa era finalizzata all’evasione fiscale internazionale mediante la creazione di un complesso schema comprendente più società, alcune delle quali ubicate in Lettonia e Lituania e dedite alla commercializzazione di articoli di abbigliamento. L’organizzazione criminale transnazionale aveva creato una holding al cui interno sono risultati centrali i ruoli svolti in Italia e all’estero dai due commercialisti “di fiducia” dell’imprenditore fanese, preposti alla concreta pianificazione tecnica della frode fiscale. I dettagli dello schema sono stati accertati nel corso delle perquisizioni svolte presso le società italiane formalmente intestate ai prestanomi compiacenti e, soprattutto, presso le abitazioni degli indagati.
Le società straniere vendevano capi di abbigliamento “griffati”, in precedenza acquistati in stock dai fornitori ufficiali, ad una società di Fano dove veniva effettivamente concentrata la merce, con l’interposizione di società italiane cartiere “apri e chiudi” che fittiziamente acquistavano e rivendevano la merce agli acquirenti finali a prezzi competitivi, consentendo loro di maturare anche un indebito credito I.V.A. sugli acquisti effettuati. L’associazione a delinquere ha così consentito di incamerare gli elevati profitti dell’attività commerciale senza dichiarare e versare i tributi dovuti in Italia, alterando la concorrenza nel settore del mercato. I sequestri giungono pertanto al termine delle attività investigative coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro che hanno portato alla denuncia di undici persone ed al recupero di oltre undici milioni di euro.