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Con stop “cannabis light” settore a rischio – VIDEO

di Federico Sorrentino

The, biscotti, cioccolate, infusi. È un inno alla cannabis, ma senza il principio attivo del THC, quello che si celebra ogni giorno, da circa un anno, nei grow shop italiani. Un mercato in continua espansione oggi messo in crisi dal parere del Consiglio Superiore di Sanità che non esclude la pericolosità che deriverebbe dall’assunzione della ‘cannabis light’ e raccomanda la sospensione della vendita, con conseguente ricaduta sui tanti negozi nati nell’ultimo anno. Molte le persone che ultimamente hanno trovato un’occupazione in questo settore. Tra questi Edoardo e Federico, due commessi ventenni in un grow shop a Roma, nella centralissima via del Corso. L’esercizio è sorto solo sei mesi fa e in pochissimo tempo gli affari sono cresciuti a dismisura. In poco più di dieci minuti almeno venti avventori, tra turisti e normali cittadini, entrano alla ricerca di una varietà di prodotto che soddisfi le loro necessità.

“Vendiamo di tutto”, racconta Edoardo, che oltre ai classici ‘cespuglietti di erba’ mostra the, biscotti, cioccolate. “Tutte hanno un contenuto di cannabis, ma senza Thc. Non facciamo mai riferimento alla cannabis illegale, non possiamo neanche spiegare le differenze tra una e l’altra”, spiega il ragazzo riferendosi ad un preciso aspetto di quella legge che diede il via libera all’apertura dei grow shop. “Forse ora è solo una moda, di sicuro è un buon business. Per me è una buona occupazione, ho 19 anni, anche se non sono al mio primo lavoro. Mi permette di stare a contatto con la gente, sarebbe un peccato se andassero persi tanti posti di lavoro e tante attività”.

Anche Federico, coetaneo di Edoardo, conferma di stare “molto bene” nel suo nuovo posto di lavoro. “Stare a contatto con la gente ti fa crescere personalmente, noi siamo qui anche per spiegare alla gente che questo prodotto che vendiamo è diverso da come appare”. Lo scopo della vendita, infatti, è indicato “a uso tecnico. Non si vuole invogliare il cliente a consumare, ma anzi diciamo di stare molto attenti a ciò che si compra”, tanto che alcuni prodotti sono espressamente vietati ai minori. Proprio in queste ore il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha dichiarato guerra alle droghe, con una particolare attenzione a quelle ‘sintetiche’. Un’affermazione che lascerebbe un piccolo margine di manovra ai grow shop, eppure Federico non ci sta. “Dovrebbe informarsi meglio- conclude- questi non sono prodotti stupefacenti perché manca il Thc. Quindi Salvini si informi meglio”.

Federico Sorrentino – Agenzia DIRE
www.dire.it
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