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Il Saviano “anti-Salvini” piace a sinistra, è simbolo di nuova resistenza

di Alfonso Raimo

“Non mi fai paura. Sei il ministro della malavita”. Nelle parole che Roberto Saviano indirizza al leader della destra italiana Matteo Salvini se non proprio il manifesto della nuova sinistra, c’è il simbolo della resistenza culturale che la sinistra è chiamata ad interpretare. Ma l’intellettuale napoletano potrebbe essere la guida di un nuovo movimento?

Arturo Scotto di Articolo1-Mdp, vede in “Saviano una bussola e un riferimento non da oggi. La sua videolettera a Salvini – dice l’ex parlamentare napoletano – è un manifesto di valori. C’è dentro il ‘no’ netto alla chiusura xenofoba, c’è dentro l’alterità rispetto alla questione morale, c’è il disvelamento tipico di quegli intellettuali civili che in alcuni passaggi della storia italiana hanno avuto un ruolo fondamentale per smascherare il potere. Penso a Sciascia e Pasolini. Ma non solo questo. C’è l’espressione di una leadership politica, tutto quello che dice e scrive Saviano ha a che fare con la leadership politica. Da questo punto di vista è già leader”.

Ma un aspetto decisivo del suo discorso – aggiunge Scotto – sta nell’aver individuato “la Lega come movimento politico a-mafioso, né antimafia, né filomafia. È completamente indifferente alla mafia e in molti territori è contiguo. Come si vede dalla citazione che fa Saviano della situazione a Rosarno, dei legami stretti con i cosentiniani, qualcuno dei quali è al Governo”. Dopo l’attacco di Salvini sulla scorta, intorno all’autore di Gomorra hanno fatto scudo praticamente tutti gli esponenti della sinistra. “Parole irricevibili, quasi una ritorsione”, ha detto Roberto Speranza, esprimendo il “sostegno, la solidarietà e la vicinanza alle posizioni” dello scrittore di Articolo 1.

A sinistra del PD in molti temono di nuocere a Saviano, trascinandolo in una contesa astratta per la leadership, un’operazione che danneggerebbe prima di tutto lui. “Saviano è il simbolo di un’Italia che resiste, di una resistenza culturale, prima ancora che politica. Il problema è costruire una proposta dal paese che rispecchi anche l’Italia di Saviano”, spiega ad esempio il fondatore di Possibile Pippo Civati. Anche il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni spiega che sarebbe sbagliato attaccare “etichette politiche” allo scrittore o “affibbiargli ruoli” che ognuno sceglie di interpretare da sé. La cosa certa, osserva, è che quello che è capitato in queste ore, “la minaccia” del ministro dell’interno Salvini, segna “una regressione incredibile. Invece di minacciare i giornalisti che combattono i mafiosi, il governo dovrebbe occuparsi di combattere la criminalità e le mafie. Prendere esempio, cioè, da Saviano che sta dando un contributo molto importante di resistenza culturale in questo paese”.

Alfonso Raimo – Agenzia DIRE
www.dire.it
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