Il via libera, concordato dal Ministero dei Trasporti e dal Ministero dell’Interno, è arrivato ieri dopo tre giorni di stallo. La nave era in rada da venerdì in attesa di disposizioni delle autorità italiane. A bordo della portacontainer danese c’erano 108 migranti, soccorsi nel Mediterraneo centrale dalla Ong Lifeline trasbordati sul mercantile che li ha infine sbarcati questa notte nel porto di Pozzallo, in Sicilia. Alla Alexander Maersk verrà riconosciuta l’indennità assicurativa per l’impiego extra a cui è stata chiamata e che ammonta a circa cinquantamila euro per ogni giorno in cui la nave è stata dirottata per ragioni diverse dalle proprie attività. Onere spettante all’Italia. I 108 migranti risultano sommariamente in buone condizioni di salute e si trovano adesso nell’hotspot di Pozzallo.
Nessuna soluzione risulta ancora intrapresa per la Lifeline della Ong tedesca che continua a navigare a sud di Malta riavvicinandosi all’isola-Stato. La Lifeline aveva provato ad avvicinarsi alle Pelagie dopo una lunga attesa tra Malta e l’italiana Linosa, ma l’accesso alle acque territoriali le era stato negato. A bordo della piccola nave da soccorso umanitario ci sono ancora 234 migranti. Nessuna azione di apertura da parte di altri Stati membri, come era accaduto per l’analoga vicenda della Aquarius, accolta poi dalla Spagna al termine di un altrettanto lungo braccio di ferro tra l’Italia e l’Unione europea. A differenza degli oltre 600 migranti che rimasero bloccati a bordo della nave di SOS Mediterranee prima di approdare nel porto di Valencia con una lunga traversata sulle spalle, i migranti della Lifeline si trovano in condizioni di ben più ridotta sicurezza e l’imbarcazione è molto più sensibile alle condizioni meteo marine.