di Marcella Piretti
“Salvare le sagre”. Il senatore modenese Edoardo Patriarca, capogruppo PD in commissione Lavoro a Palazzo Madama, interroga il ministro dell’Interno Matteo Salvini facendosi portavoce della preoccupazione dei territori per un’applicazione troppo rigida della circolare Gabrielli, dice Patriarca. In sostanza, non da oggi si sta compromettendo la realizzazione di “tanti eventi e sagre, tradizionale caratteristica delle estati emiliano-romagnole”, e quindi la richiesta è che il Viminale riveda la questione.
Si rischia un’estate senza sagre
“Alcuni eventi sono già stati annullati, ma si rischia seriamente che questa sia un’estate senza sagre e piccoli eventi di paese. I vincoli introdotti con la cosiddetta circolare Gabrielli (arrivata dopo i drammatici fatti di Torino), infatti, una volta calati nelle realtà locali risultano essere troppo rigidi e onerosi per gli organizzatori di eventi di piccole e medie dimensioni, per lo più gratuiti per i visitatori e, quindi, senza grandi margini per raccogliere fondi ulteriori da destinare alla sicurezza”, dettaglia il senatore dem. Che continua: “Ho deciso di rivolgermi direttamente al ministro dell’Interno Salvini affinché si adoperi per una migliore agibilità in occasione di eventi che coinvolgono piccole realtà locali. È chiaro che il tema sicurezza è dirimente, soprattutto in occasione di eventi di grandi dimensioni che richiamano un folto pubblico, ma quelle che sono a rischio sono soprattutto le sagre e le piccole feste”.
Standard sicurezza troppo costosi per le realtà piccole
Se la nuova normativa introduce una griglia a punti che classifica il rischio di ogni evento, è particolarmente difficile rientrare nella fascia bassa di rischio: “Praticamente tutte le iniziative di intrattenimento pubblico che caratterizzano le nostre estati in pianura e in montagna vengono classificate come a rischio medio o alto. Occorre, quindi, sistemare Jersey per chiudere le strade, noleggiare steward per presidiare gli accessi, prevedere ingressi e uscite differenziati nelle piazze, anche quelle di minori dimensioni. Davvero troppo oneroso per tante piccole realtà, con il rischio di gravi ricadute sociali sui momenti di ritrovo di una collettività”.
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