Fotosegnalati dalla Polizia ai piedi della scala che hanno attraversato dopo dieci giorni a bordo di nave Diciotti. Numero sotto il mento, volto, profilo e via: possono salire sulle ambulanze che si trovavano in banchina per prendere in cura sanitaria le undici donne in codice rosa ed i cinque uomini che, anch’essi, sono stati sbarcati per ragioni di emergenza sanitaria. Il numero dei migranti autorizzati a sbarcare per ragioni sanitarie era di 17, ma lo sbarco si è concluso con soli 12 naufraghi che abbandonano dopo dieci giorni la nave. Non erano stati autorizzati gli accompagnamenti dei famigliari e cinque donne hanno rifiutato di lasciarli a bordo. Tra i motivi di evacuazione in emergenza sanitaria c’erano anche affetti da tubercolosi. A bordo di nave Diciotti rimangono adesso circa 135 naufraghi che il Viminale si ostina a non voler lasciare sbarcare negando il “porto sicuro” da indicare al Comando Generale delle Capitanerie di Porto, al MRCC ed al Ministero dei Trasporti. Nave Diciotti intanto si trova in un “porto sicuro”, quello di Catania, già da cinque giorni. Era giunta agli ormeggi del porto etneo la sera di lunedì 20 agosto, dopo quattro giorni al largo di Lampedusa senza ordini e dopo una indicazione poi revocata dallo stesso Ministero dei Trasporti per il porto di Pozzallo. Adesso, in piena attività delle autorità giudiziarie, ragioni sanitarie hanno permesso lo sbarco di altri 16 naufraghi dopo i 13 evacuati verso Lampedusa lo stesso giorno in cui da Roma è arrivato l’ordine di trasbordare i 190 naufraghi su nave Diciotti dalle motovedette che li avevano soccorsi.
(Articolo aggiornato alle 19:02)