Il Pubblico Ministero della Procura di Agrigento ha iscritto nel registro degli indagati il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il suo capo di gabinetto nell’ambito dell’inchiesta sulla nave Diciotti. I reati ipotizzati dalla procura sono sequestro di persona, arresto illegale e abuso di ufficio. Il fascicolo dell’inchiesta è già stato trasferito alla procura di Palermo dove sarà preso in carico dal tribunale dei ministri, l’organo composto da tre giudici e competente per le indagini nei confronti dei reati commessi dai ministri nello svolgimento delle loro funzioni. Il tribunale dei ministri avrà adesso tre mesi di tempo per analizzare il fascicolo e decidere se stralciare l’indagine o confermare l’iscrizione di Salvini nel registro degli indagati. In quest’ultimo caso, la palla passerà al Senato, che dovrà votare – con maggioranza assoluta – l’autorizzazione a procedere.
Nella notte di sabato, intanto, sono sbarcati tutti i migranti soccorsi dalla nave Diciotti. Il via libera del Viminale è arrivato dopo l’accordo con Albania, Irlanda e Conferenza Episcopale Italiana per la presa in carico dei migranti. “Possono arrestare me ma non la voglia di 60 milioni di italiani, indaghino chi vogliono. Abbiamo già dato abbastanza, è incredibile vivere in un paese dove dieci giorni fa è crollato un ponte sotto il quale sono morte 43 persone dove non c’è un indagato e indagano un ministro che salvaguarda la sicurezza di questo Paese. È una vergogna”. Così Matteo Salvini, ieri sera a Pinzolo, annunciando durante un comizio pubblico di aver ricevuto la notizia di essere stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’indagine sulla nave Diciotti.
“In questi giorni non è mancata la compattezza del Governo. Devo ringraziare il ministro degli esteri Moavero e il presidente Conte perchè abbiamo fatto un gioco di squadra che sarà molto importante anche per le altre emergenze”. Lo dice il ministro Luigi Di Maio in un video su Facebook. Sullo sbarco di sabato sera della Diciotti, aggiunge, è stato fatto “un grande lavoro di squadra”. “Noi ci assumiamo le nostre responsabilità” nelle azioni che “abbiamo preso nell’interesse del Paese” sul caso della Diciotti e “ci difenderemo. Non per questo dobbiamo attaccare i pm che portano avanti il loro lavoro”, continua Di Maio. “Non possiamo applaudire i pm che arrestano i mafiosi e criticare chi indaga su questo”. Come M5S “non cambiamo idea”, le “istituzioni vanno rispettate, soprattutto la magistratura”. Di Maio spiega in diretta Facebook: “È nostro dovere attuare il programma ed è nostro diritto esternare politicamente la volontà di andare avanti, ma è anche diritto dovere della magistratura portare avanti i procedimenti giudiziari”. Quindi “pieno rispetto della magistratura”.
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