Lo stato sulla sicurezza dei figli italiani messo a nudo dal “XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole” che Cittadinanza attiva ha presentato oggi a Roma è disarmante. La fotografia di un Paese che cade a pezzi e non riesce a prevenire le tragedie quotidiane. Poco oltre un mese e mezzo dal crollo del ponte di Genova, un’altra tegola si abbatte sul capo degli italiani e soprattutto su quello degli italiani che hanno figli in età scolare. Dal rapporto di Cittadinanzattiva, costruito su fonti ufficiali, emerge che in Italia ci sono 18.665 edifici scolastici in zone ad elevato rischio sismico. Di questi, 3.832 si trovano in Sicilia, 3.458 in Campania e 2.399 in Calabria. Oltre il 50% degli edifici ad alto rischio sismico è quindi concentrato in sole tre regioni del meridione italiano. Malgrado l’elevato rischio a cui gli edifici appena citati sono esposti, e malgrado l’allarmante statistica che vede la media di un crollo in edificio scolastico ogni quattro giorni di scuola, soltanto sul 29% di queste scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. Un dato ancor più stridente confrontato al precedente esposto: in Calabria, dove ad elevato rischio sismico ci sono 2.399 edifici scolastici, solo sul 2% di questi è stata effettuata la verifica. Seguono la Campania con il 4% degli edifici verificati e poi la Sicilia, in questa graduatoria inversa, con il 7%.
La notizia completa
di Marta Nicoletti
Agenzia DIRE
Un crollo ogni quattro giorni di scuola, tre scuole su quattro senza agibilità statica, solo una su venti in grado di resistere ad un terremoto. Crescono gli investimenti per la manutenzione ad opera degli enti proprietari, Comuni e Province: si parla in media di 50mila euro ad edificio per interventi di manutenzione ordinaria e di 228mila euro per quelli straordinari, ma il divario fra le varie realtà regionali è notevole. Questi alcuni dei dati che emergono dal XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva. In generale, emerge un’Italia a tre velocità, sia sulla manutenzione che sull’adempimento delle norme e delle certificazioni richieste dalla legge: ad investire di più sulla manutenzione ordinaria è la Lombardia (in media quasi 119mila euro), meno la Puglia (non si arriva ai 3mila euro); la verifica di vulnerabilità sismica è stata effettuata solo nel 2% delle scuole calabresi e nel 59% di quelle umbre, il certificato di prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del Trentino Alto Adige e solo nel 6% di quelli laziali.
Il Rapporto fa il punto sulla sicurezza delle scuole italiane, attraverso i dati ricavati da tre tipologie prevalenti di fonti: ufficiali e/o istituzionali, ad esempio del Miur, del Governo, dell’Inail e, per quanto riguarda gli episodi di crolli nelle scuole, le rassegne stampe locali e nazionali; una attività di monitoraggio civico all’interno di edifici scolastici di Molise, Abruzzo, Calabria e Sicilia che ha permesso di portare alla luce alcuni casi emblematici di scuole insicure; un report scaturito dall’invio, da parte di Cittadinanzattiva, di istanze di accesso civico a 7.252 Comuni, Province e Città metropolitane, relative a 6.556 edifici scolastici di 20 Regioni, per fornire un quadro più aggiornato rispetto alla sicurezza sismica e avere informazioni dettagliate ed aggiornate rispetto alle certificazioni e agli investimenti degli Enti locali sulle indagini sui solai e per sapere quali e quanti interventi manutentivi realizzati. “La nostra indagine dimostra quanto sia ancora molto, troppo, difficile per i cittadini e le associazioni/comitati ottenere informazioni certe sullo stato degli edifici frequentati dai propri figli”, si legge nel comunicato.
“Eppure la trasparenza dei dati è un diritto che va assolutamente garantito. Che l’edilizia scolastica sia una priorità viene dichiarato a gran voce da tutti, enti locali ed istituzioni nazionali, ma nei fatti vanificato dalle pastoie burocratiche che allungano enormemente i passaggi nell’approvazione prima e nella realizzazione degli interventi e dei nuovi edifici poi; dalla lentezza ingiustificata della ricostruzione delle scuole, e non solo, nelle 4 regioni colpite dal sisma del Centro Italia. Che dire poi del destino delle 51 scuole innovative, di cui tanto ci sarebbe bisogno, bloccate da errori concorsuali?”
“I fondi – continuano – sono indispensabili per sopperire ai ritardi del passato. 15-20 miliardi di euro in almeno 10 anni, secondo una nostra stima. Ma altrettanto importante è individuare gli edifici sui quali intervenire prioritariamente. In attesa della Nuova Anagrafe, questa indagine civica può rappresentare un utile strumento per individuarne alcuni”. Sul sito web www.cittadinanzattiva.it è disponibile il Rapporto integrale e l’elenco, Regione per Regione, delle scuole con i rispettivi dati.
Due scuole su cinque si trovano in zona a rischio sismico elevato. Questo il dato emerso dalla presentazione del XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva, rispetto alla sicurezza sismica degli edifici scolastici. Ben 18.665 gli edifici scolastici che si trovano in zone ad elevato rischio sismico (zona sismica 1 e 2), in particolare in Sicilia (3.832), Campania (3.458) e Calabria (2.399). Nonostante ciò, solo per il 29% delle scuole è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica (che sarà obbligatoria entro fine dicembre); fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica), Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero di scuole in zone ad elevata sismicità.
Solo il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato adeguato sismicamente. Sul miglioramento sismico, va meglio per le scuole del Molise (dove l’intervento è stato effettuato nel 41% delle scuole) e la Valle D’Aosta (40%), molto male per quelle del Lazio e della Sicilia (3%). Ben cinquanta gli episodi di crolli e di distacchi di intonaco registrati da Cittadinanzattiva, tramite la stampa locale, tra settembre 2017 e settembre 2018. Si tratta di un episodio ogni quattro giorni di scuola. E’ questo uno dei dati emersi dalla presentazione del XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva.
Ad essere interessate in particolare scuole della Campania (8 casi), del Lazio (7) e della Lombardia (6). Tali casi hanno provocato il ferimento, per fortuna lieve, di 10 bambini e bambine, di 2 docenti e di 1 addetta alle pulizie. Questi si aggiungono ai 156 censiti nei precedenti anni scolastici (36 nel 2013/14, 45 nel 2014/15, 31 nel 2015/16, 44 nel 2016/17), per un totale di 206 episodi in cinque anni. Anche grazie a queste segnalazioni e alle conseguenti proposte presentate alle istituzioni nazionali, ha preso avvio nel 2016 uno specifico filone di finanziamento riguardante le indagini diagnostiche di soffitti e solai. Dai dati emerge che tali indagini siano state richieste da un quarto delle scuole, con punte del 45% in Sardegna e del 43% in Piemonte. Assai indietro su questa verifica le scuole del Lazio (solo il 3% l’ha richiesta) e della Campania (5%).
Marta Nicoletti – Agenzia DIRE
www.dire.it