Roberto Fiore: strage di Bologna “fu internazionale, non fascista”

Per il segretario nazionale di Forza Nuova, testimone come parte in causa al processo sulla Strage di Bologna, “Non furono i fascisti, questo è chiarissimo”. Oggi udienza con testimonianza di Fiore

In copertina: Roberto Fiore esce da una bar prima di entrare in Tribunale (Ph: Agenzia Dire)

Continua il processo a Gilberto Cavallini sulla strage della stazione ferroviaria di Bologna che si consumò il 2 agosto del 1980 e costò la vita a 85 persone mentre altre 200 rimasero ferite. Oggi in aula il segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, che atteso alla scorsa udienza la disertò. Il leader di Forza Nuova, parte in causa negli eventi terroristi di quegli anni oscuri per l’Italia, a commettere quel terribile attentato non furono i fascisti ma “c’è sicuramente un coinvolgimento della P2, almeno nel depistaggio”

La notizia completa

di Luca Donigaglia – Agenzia Dire

Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova (Ph: Agenzia Dire)

“Se ho mai conosciuto Gilberto Cavallini? No, ma il processo facciamolo in aula…”. Così il segretario nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore risponde ai giornalisti a Bologna prima di entrare nell’aula della Corte d’assise presieduta dal giudice Michele Leoni, dove prosegue il processo Cavallini al quale Fiore viene sentito come testimone oggi (era atteso anche una settimana fa, ma non si presentò). Scandisce Fiore, abito scuro e cravatta rossa, dopo aver preso un caffè in un bar in via Farini di fronte al tribunale: “Io in questo processo sono parte lesa. Ci fu un depistaggio sul treno Milano-Taranto ordito dalla P2 e dai servizi segreti, c’è una sentenza di Cassazione in cui è evidente che noi non solamente siamo parte lesa, e per questo in parte veniamo anche risarciti, ma ci fu una congiura volta a calunniare e uccidere dal punto di vista politico e forse anche fisico Terza posizione, Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi e Giorgio Vale”.

“Farò il testimone, dirò quello che dovrò dire”

Per Fiore, dunque, “questo è il vero dato: oggi mi si chiama e farò il testimone, dirò quello che dovrò dire“. Aggiunge l’ex esponente di Terza posizione: “Non so se i giornalisti abbiano informazioni limitate o qualche altro limite, ma se si guarda il depistaggio Milano-Taranto, che è l’unico capitolo veramente chiuso della faccenda di Bologna, non esce mai il nome della persona danneggiata, ossia il sottoscritto. Questo è il primo dato e non posso andare oltre, senza affermarlo in modo incontrovertibile”.

“Non furono i fascisti, questo è chiarissimo”

Alla domanda su cosa dirà in aula ai famigliari delle vittime della strage, Fiore continua: “Ho concordato assieme ad altre persone di fare presto, purtroppo non è materia processuale ma noi possiamo veramente fare un ragionamento su quella strage e capire chi fu, anche per tante cose che sono accadute dopo”. Per il leader di Forza Nuova, insomma, “non furono i fascisti, questo è chiarissimo. C’è sicuramente un coinvolgimento della P2, almeno nel depistaggio, ricordiamoci che questa è una strage sostanzialmente internazionale. Avremo modo di dire cose che non sono mai uscite dal processo, non perché non ci siano ma perché sono state occultate”.

Oggi in aula una lettera ricevuta dalla segreteria del premier Conte su desecretazione

Oltretutto, Fiore dice che oggi consegnerà al giudice una risposta da poco ricevuta da parte della segreteria del premier Giuseppe Conte: “Due settimane fa ho scritto che tutti i documenti sulla strage di Bologna venissero finalmente aperti, palesati al pubblico e ai tribunali. L’ufficio di Conte ha risposto che lo stanno facendo, stanno desecretando e trascrivendo tutto: è questione di tempo. Vorrei che il presidente della Corte potesse iniziare a chiedere i documenti– evidenzia Fiore- che sono fondamentali per questo processo. Ho portato una lettera molto chiara in questo senso”.

Ma conclude il segretario di Forza Nuova: “Non so chi è stato a fare la strage di Bologna, ma tutta una serie di ragionamenti fa pensare a una strategia internazionale per destabilizzare l’Italia. La parola importante è ‘destabilizzare’. Oggi in aula ci dobbiamo concentrare su un tema specifico, ma sicuramente, visto che mi si ritira in ballo come testimone, voglio poter dire qualcosa di più dei ‘non so’ o ‘mi ricordo’ che oggi dovrò dire, visto che si parla di fatti di 40 anni fa”.

Luca Donigaglia – Agenzia DIRE
www.dire.it

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