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Mediterraneo e terremoti, segnali di pericolo per Grecia e Calabria

In copertina: Il porto di Zante, in Grecia, dopo la scossa del 26 ottobre

Il Peloponneso continua a tremare con scosse di forte intensità. L’ultimo terremoto, di magnitudo 5.0 gradi, si è verificato questa mattina alle 10:02 ora italiana. L’epicentro è sempre lo stesso della già fortemente colpita zona di Zante, l’isola greca del Peloponneso che il 26 ottobre è stata danneggiata da un sisma di 6.8 gradi. Da quel giorno si sono susseguite varie scosse sopra i cinque gradi di magnitudo: lo stesso 26 ottobre, 6.0 e 5.2 il 30 ottobre e 5.0 questa mattina. Il terremoto odierno, fortunatamente anche questo con epicentro in mare, è stato rilevato con una profondità di 20 chilometri.

La intensa e frequente attività sismica del Mar Mediterraneo orientale si ripercuote nella zona del Tirreno, dove la Calabria vede tremare con frequenza il fondale marino davanti le coste di Palmi e Gioia Tauro. Epicentro di una sequenza che ieri ha colpito con intensità pari a 3.4 gradi di magnitudo con replica di 3.0 gradi. Entrambe le scosse scaturite da una profondità di 11 chilometri. I due terremoti sono stati percepiti con evidenza anche a terra nell’intera Piana di Gioia Tauro. Il tremore più forte lo hanno subito abitazioni ed edifici pubblici di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, ma a sentir tremare la terra sotto i piedi sono stati anche gli abitanti di Bagnara Calabra, Seminara, Scilla, Gioia Tauro ed un’altra dozzina di comuni che distano meno di venti chilometri dall’epicentro. Altre scosse di un paio di gradi di magnitudo o poco più si sono verificate tra ieri sera e l’alba di stamane.

L’attività sismica nel Peloponneso che ha colpito la Grecia e quella nel Tirreno che minaccia la Calabria si aggiunge ad un incessante tremore del maceratese e di Accumoli, la cittadina rasa al suolo dal terremoto del 24 agosto 2016 che distrusse anche Amatrice. Questa notte, alle 02:02, le macerie di Accumoli sono state scosse da un terremoto di 3.0 gradi. Un sisma non isolato e che rientra in un quadro di scosse mai interrotto dall’agosto di due anni addietro, quando un terremoto di 6.0 gradi sventrò comuni ormai “morti” come appunto Amatrice ed Accumoli. Quest’ultima ha subito l’ultima scossa, pari a 2.3 gradi, alle 16:17 di oggi. Altra scossa di entità rilevante è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia venerdì 9 novembre ad Altamura. La cittadina sita a metà strada fra Bari e Matera ha sentito tremare la terra sotto i piedi per un sisma di magnitudo pari a 3.5 gradi verificatosi un quarto d’ora prima delle 14 con una profondità di 38 chilometri.

Gli epicentri dei terremoti del Peloponneso, di Altamura e della costa tirrenica calabrese formano un triangolo il cui centro corrisponde alla grande faglia del Golfo di Taranto. Faglia allineata alla dorsale appenninica sul cui versante si trovano i comuni più colpiti dai terremoti degli ultimi anni. Sul versante opposto, nella zona del Tirreno meridionale ed esattamente intorno alla fossa in cui sorge il vulcano sottomarino Marsili, si trova la cintura di fuoco di cui sono parte le Eolie, l’Etna, il Vesuvio ed i Campi Flegrei.

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