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Giusi Nicolini e le Ong, l’ex sindaca si schiera – VIDEO

In copertina: Giusi Nicolini con i volontari di Mediterranea nel video-spot per la Ong italiana

di Mauro Seminara

Nel corso del suo mandato, l’ex sindaca di Lampedusa e Linosa era divenuta testimonial su scala mondiale della filosofia umanitaria verso i flussi migratori in generale e verso quelli del Mediterraneo centrale in particolar modo. La comunità isolana l’aveva poi bocciata alle elezioni comunali in cui Giusi Nicolini concorreva ad un secondo mandato per la guida dell’amministrazione comunale isolana. Per molti, sulle isole pelagiche che aveva amministrato per un quinquennio, la testimonial era troppo impegnata sul tema dei migranti e poco vicina ai propri concittadini. Diffusa era l’avversione della piccola comunità pelagica verso l’innumerevole quantità di premi e riconoscimenti che alla sindaca venivano offerti in ogni contesto. Fenomeno, quello dei premi e dei riconoscimenti, che tende ad autoalimentarsi facendo sì che anche il locale circolo della bocciofila di vattelappesca invitava la sindaca alla prestigiosissima prima edizione di nonsoché.

A fronte di una quantità industriale di inviti e targhe con il nome di Giusi Nicolini inciso, altre e ben più prestigiose soglie mondiali sono state varcate dalla ormai ex prima cittadina di quell’isola il cui nome è ormai famoso su scala mondiale. Una su tutte, si rammenta la soglia della Casa Bianca che Giusi Nicolini varcò insieme a Bebe Vio accompagnata dall’allora premier e mentore Matteo Renzi alla corte di Barack Obama. Di contro, in un contesto politico che ancora oggi appare motivo di emorragia elettorale del PD, quando il partito di riferimento di Giusi Nicolini cambiò guida al Ministero degli Interni e politica sui flussi migratori, molti riconobbero all’allora sindaca una posizione forse troppo morbida. Addirittura silente. Il collega di partito e ministro degli Interni, quel Marco Minniti che iniziò la guerra alle Ong che salvavano migranti nel Mediterraneo e concluse accordi ancora oggi poco chiari con la Libia, non ebbe una decisa ed agguerrita – così come era quando da Lampedusa divenne simbolo della solidarietà verso i migranti – Giusi Nicolini che bocciava la politica del “respingimento-contenimento” attuata dal nuovo titolare del Viminale.

Oggi, che l’uomo dei “#portichiusi”, il leghista Matteo Salvini, sembra aver fatto dimenticare il lavoro avviato dal suo predecessore che tanto gli ha facilitato la campagna anti-migranti, Giusi Nicolini torna sulla scena internazionale al fianco delle Ong e del dovere universale di soccorrere e salvare vite umane. Lo fa con un video diffuso da Sea Watch, l’Ong tedesca, in favore di Mediterranea Saving Humans della quale la stessa organizzazione tedesca è socia fondatrice. Lo fa quindi in favore della Ong italiana, che con la nave Mare Jonio naviga nel Mediterraneo centrale, fondata da esponenti della sinistra più radicale come quel Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, movimento politico in conflitto con il Partito Democratico e recentemente anche con quel Liberi e Uguali che si è sciolto dopo il determinato adieu della sua corrente mancina.

Nel video-spot in cui appare Giusi Nicolini, uno dei tantissimi che Sea Watch realizza per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, il messaggio è diretto ed univoco: “Mediterranea serve prima di tutto per andare a salvare vite umane la dove non c’è più nessuno che lo fa. Le Ong sono state cacciate via, e non solo perché salvavano persone ma perché erano testimoni di una delle più grandi tragedie del nostro tempo. Secondo, Mediterranea serviva più che mai oggi per lanciare una controffensiva morale; perché decidere di lasciare morire le persone in mare è una delle cose più orribili di questo nostro tempo. Noi vogliamo che non solo Mediterranea ma tutti quelli che la sostengono facciano sentire la propria voce, non smettano di lottare e dimostrino di avere coraggio.”La chiosa del video sociale in cui appare Giusi Nicolini è inevitabilmente allusiva del clima che vive in questi ultimi tempi l’Italia, ed in particolare il clima di odio verso quanti non intendono cedere allo slogan politico del negro cattivo e dell’italiano antipatriottico se intende salvare loro la vita, e della caccia alle streghe di cui sono vittime le Ong:“Forse non è un bel momento quello in cui per dimostrare di essere umani bisogna anche essere coraggiosi, però, se bisogna farlo, io sono qui. Prendetevela con me e con tutti quelli che sosterremo Mediterranea: siamo tantissimi.”

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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