di Alfonso Raimo – Agenzia Dire
Lega e Chiesa. Il ministro dell’interno Salvini, a Non è l’arena, ha rivelato di ricevere attestati di stima dal mondo ecclesiastico, sia dai parroci che dai cardinali. E ha difeso il decreto sicurezza dicendo “anche secondo il Vangelo accogliere è un dovere ma nei limiti del possibile”. A Circo Massimo, su Radio Capital, gli risponde Mimmo Lucano: “Il cristianesimo è amore, non odio razziale”, dice il sindaco di Riace, “Come può un cristiano votare per Salvini? Non posso credere che essere vicini al Vangelo significa essere disumani rispetto alle persone”. Lucano si riferisce in particolare al decreto sicurezza: “È disumano, sta generando degli orrori”.
“Ieri”, ricorda Lucano, “è morto bruciato vivo un ragazzo di 18 anni. Questo clima di odio, questa società della barbarie, ci stanno portando a non avere nemmeno la sensibilità di comprendere quello che ci circonda. Rimaniamo indifferenti, come se ci fosse una forma di assuefazione a una logica che ormai pensiamo sia unica. Ci impediscono di provare quell’impulso di umanità che è normale. Una condizione della società che io non ho mai vissuto prima”.
Condizione che non dipende soltanto dalla Lega ma, per il sindaco, anche dagli alleati di governo: “I 5 stelle sono complici di questi orrori, di un governo profondamente fascista che discrimina gli esseri umani e se la prende con le categorie sociali più deboli. Sono succubi sin dal primo giorno di una logica perversa. Parlano di cambiamento, ma non è vero”. Una forma di fascismo che, insiste Lucano, “è forse più pericolosa rispetto al passato, perché c’è un’aggressione diretta, e il senso di discriminazione che colpisce le persone più deboli ci riporta indietro negli anni. Questo pensare di essere autoritari a ogni costo, perché la maggioranza ha deciso così, è una condizione incredibile della politica”. Vittorio Sgarbi, da sindaco di Sutri, aveva invitato Lucano nel paese del viterbese per conferirgli la cittadinanza onoraria: dopo un rinvio per problemi di salute, il sindaco di Riace si dice pronto a rimediare alla sua assenza: “Andrò a Sutri il 16 dicembre”.
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