di Simone D’Ambrosio
Davanti alle telecamere l’obiettivo resta sempre quello: assegnare i lavori di demolizione e ricostruzione del ponte Morandi a un unico raggruppamento di imprese. Ma, a conti fatti, la soluzione più semplice e immediata per il sindaco di Genova e commissario, Marco Bucci, sembra piuttosto quella di affidarsi a due assegnazioni separate. Intanto perché entro venerdì 7 dicembre vuole consegnare il progetto di demolizione a Procura e giudice per le indagini preliminari, per avere il dissequestro, quantomeno del moncone ovest, in tempo utile per avviare i cantieri sabato 15 dicembre. E poi perché, la cordata Salini-Fincantieri-Italferr, da tutti considerata come la favorita numero uno perché sembra poter contare sul sostegno del governo sponda M5s, ha presentato un progetto esclusivamente per la ricostruzione. A quel punto, Bucci dovrebbe chiedere a chi ha presentato un progetto complessivo, di spacchettarlo ed eliminare la parte per la ricostruzione.
La ditta Atlantia potrebbe occuparsi della demolizione
Sarebbe però difficile pensare di far “collaborare”, ad esempio, colossi e antagonisti del settore come Salini-Impregilo e Cimolai. Più semplicemente, allora, il sindaco potrebbe scegliere uno dei due raggruppamenti che si sono candidati solo per la demolizione: la cordata genovese Vernazza-Ecoeridania-Carena o il binomio Siag-Despe.
In realtà, nella partita per eliminare i due monconi di Ponte Morandi, potrebbe esserci anche società Autostrade, che la legge Genova esclude invece dalla ricostruzione. Certo, in caso di assegnazione, il progetto presentato dovrebbe essere stralciato della parte per la realizzazione del nuovo viadotto.
Ma l’assegnazione al gruppo Atlantia della prima parte dei lavori potrebbe essere il punto di caduta di un compromesso tra Roma e gli enti locali. Non è un mistero, infatti, che soprattutto il governatore ligure Giovanni Toti, ma inizialmente anche lo stesso sindaco, Marco Bucci, avrebbero preferito affidare tutta la partita alla concessionaria.
I progetti Cimolai sarebbero in pole position
Nella stanza dei bottoni, il primo cittadino potrebbe anche segnalare al governo che, benché forse più costosi e più lunghi di qualche settimana, i progetti presentati da Cimolai sarebbero in vantaggio rispetto alla cordata Salini-Fincantieri. D’altronde, l’opinione pubblica si sta sempre più affezionando ai progetti scenografici dei nuovi ponti disegnati da Santiago Calatrava, che ha firmato tre delle quattro proposte di Cimolai. Ma non seguire il modello di Renzo Piano, sposato invece da Salini Impregilo, affidando la parte estetica a uno dei suoi più grandi concorrenti, sarebbe uno smacco che anche il governatore Giovanni Toti vorrebbe evitare. Almeno così si può leggere nel suo commento ermetico: “Il meglio è nemico del bene”. Raccolto immediatamente dal sindaco Bucci, che prova a lasciare qualche traccia, sottolineando come sia necessario non perdere di vista i tempi per la realizzazione -volendo ultimare il ponte, salvo eventuali tempi tecnici di collaudo, a Natale 2019- e le sfide tecniche da affrontare. Da qui, si potrebbe evincere che il ponte ad arco made in Cimolai-Calatrava sarebbe fuori dai giochi.
A complicare la scelta del sindaco-commissario potrebbero esserci anche altri fattori. Secondo alcune indiscrezioni, infatti, ci sarebbero esponenti leghisti, di governo e non solo, che preferirebbero proprio la scelta di uno dei quattro progetti presentati da Cimolai, perché non così convinti delle capacità tecniche di Fincantieri sul fronte realizzazione ponti. Insomma, la partita è estremamente delicata. Tanto che Bucci è intenzionato a partire dalla prossima settimana, ma probabilmente anche prima, ad aprire le negoziazioni per la ricostruzione su più tavoli in contemporanea. E arrivare venerdì 14 dicembre a firmare il decreto di assegnazione a chi l’avrà convito di più. In ogni caso, assicura, “qualsiasi progetto sceglieremo, sarà sicuramente un progetto che andrà bene per la città”.
Simone D’Ambrosio – Agenzia DIRE
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