di Mauro Seminara
Il Governo di Matteo Salvini, con il suo seguito del premier Giuseppe Conte e del vicepremier Luigi Di Maio, ha deciso di andare fino in fondo con la guerra ai migranti e – soprattutto – alle Ong. Ma il livello dello scontro tra i salvinisti e gli umanitari ha fatto un balzo notevole e adesso il fronte antifascista pare aver riorganizzato i ranghi. A gravare ulteriormente sulla sfida alla disumanità del ministro degli Interni c’è il periodo dell’anno particolarmente freddo e con il mare estremamente agitato. Ciò non depone in favore della linea dura, essendo troppo dura anche a parere di molti elettori dei due partiti che hanno espresso il Governo. A poco valgono le campagne fake sui social con i vari “#SalviniNonMollare”, degno di un “boia chi molla” d’altri tempi. A contrastare l’onda social ci sono persone reali, in carne ed ossa, che espongono striscioni contro i virtuali post dei followers, veri o falsi che essi siano. Ricorre anche il Giorno della Memoria, ma chi si sta mobilitando in favore dei 47 migranti a bordo della Sea Watch 3 non lo fa perché la ricorrenza rende più buoni come il Natale. Sulla costa sono comparse ieri centinaia di persone a sostegno della nave e dei suoi ospiti e in mare, su una motovedetta, c’erano parlamentari italiani che volevano salire a bordo della Sea Watch 3 per verificare le condizioni di equipaggio e migranti soccorsi. C’è anche il Tribunale per i minori di Catania che ha richiesto al Ministero lo sbarco dei minori non accompagnati. Tutto con esito negativo da parte di chi ha deciso schiantarsi politicamente a tutta velocità contro un enorme muro.
Mercoledì avrà inizio in Senato la pantomima dell’autorizzazione a procedere contro il ministro degli Interni richiesta dal Tribunale dei ministri di Catania per la vicenda della nave della Guardia Costiera “sequestrata” ad agosto. La linea di difesa del ministro, con il più volte citato articolo 52 della Costituzione ottemperato, è solo una teoria valida per i tifosi giallo-verdi – degni di ultras di altri colori calcistici – che non conoscono la Carta costituzionale. L’articolo dietro cui si barrica il ministro Salvini, nella parte cui egli fa riferimento, recita letteralmente: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Un centinaio di migranti a bordo di una nave di un corpo dello Stato, come è la prestigiosa Guardia Costiera nazionale, non rappresenta in alcun modo una minaccia per la Patria. Questo lo sanno bene i senatori che dovranno rivelare la vera maggioranza su cui il ministro Salvini potrà fare affidamento al Senato della Repubblica. E questa si rivelerà, inevitabilmente, per scampare il pericolo di franchi tiratori che potrebbero trovarsi tra le fila moderate del Movimento 5 Stelle. Un Movimento che, tra gli altri guai, perde pezzi giorno dopo giorno. A questa dura prova che il capo politico del Carroccio dovrà superare, si aggiunge quella dei parlamentari che metteranno pressione politica e sociale, nelle aule delle Camere e tra la società civile, anche a causa della negata autorizzazione a salire a bordo di una nave civile in acque territoriali italiane. Prerogativa che i parlamentari hanno ricordato alle autorità competenti.
Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e co-fondatore della >>Ong italiana Mediterranea Saving Humans, scriveva ieri pomeriggio: “Sono a Siracusa per la vicenda dei migranti #SeaWatch3 a cui da giorni viene negato un punto sicuro di sbarco in violazione di norme internazionali. Le autorità italiane continuano ad impedire a me e altri parlamentari di salire a bordo. Si tratta di una scelta grave e immotivata”. Gli altri parlamentari cui faceva riferimento Fratoianni, a loro volta, pubblicavano analoga indignata denuncia su Twitter. Riccardo Magi: “A me e ad altri parlamentari è stato impedito di salire a bordo della @seawatchcrew per verificare le condizioni dei passeggeri. Di fatto è stato impedito a dei parlamentari l’esercizio delle proprie prerogative sul territorio nazionale. Questo è gravissimo. #FateliSbarcare”. Ed ancora, Stefania Prestigiacomo: “Dopo ore e ore di attesa finalmente le autorità si sono pronunciate: non è possibile salire a bordo della SeaWatch3 ci hanno concesso soltanto un giro attorno alla nave, senza così potere verificare le condizioni dei migranti e dell’equipaggio. Di cosa hanno paura?”. Denunce che ricordano quelle del Movimento 5 Stelle al tempo in cui faceva opposizione, ma che arrivano contro il Governo di cui fanno parte i silenti pentastellati.
Il ministro degli Interni ha negato lo sbarco dei minori che il Tribunale di Catania aveva richiesto. La risposta sprezzante – e molto preoccupante – di Salvini è stata che i minori in questione sono ragazzi di oltre 17 anni. Fino a prova contraria, per la legge italiana anche i ragazzi di 17 anni e 364 giorni sono minori. Anche in questo caso pare quindi che il responsabile del rispetto della legge e della sicurezza italiana violi la legge secondo le proprie personali interpretazioni. Motivo, appunto, di grave allarme per l’intera società civile italiana. Scrive su Twitter il ministro degli Interni: Possono indagarmi e minacciarmi, ma io non cambio idea. In Italia si entra rispettando leggi e regole, per gli scafisti e i loro complici i porti italiani sono e resteranno chiusi. Nave olandese di Ong tedesca? Amsterdam o Berlino vi aspettano”. Al titolare del Viminale, che cita l’articolo 52 della Costituzione, sfugge però l’articolo 10 dello stesso testo madre delle leggi italiane: “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”.
Altro articolo che depone in favore della richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale dei ministri per l’ipotesi di sequestro a fine di coazione consumatosi ad agosto con il caso Diciotti è il 13: “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.” Circostanze, quelle in oggetto, che rivelano quanto il ministro della Repubblica italiana sia ottemperante ai dettami della Costituzione e delle vigenti leggi. Tutto è tra l’altro documentato, sia nel caso della nave della Guardia Costiera, sia nel caso attuale con a bordo della Sea Watch un giornalista italiano inviato per il programma Rai – Tv di Stato – Cartabianca, diretto e condotto da Bianca Berlinguer.
Dal corazziere di etnia subsahariana che il presidente della Repubblica ha avuto il piacere di far incontrare, per primo, all’ingresso del Quirinale ai suoi ospiti quando ha deciso di ricordare in modo ancora più marcato che il razzismo non è tollerabile in Italia, ai ripetuti moniti di Papa Francesco che continua a ribadire la non cristianità di chi non accoglie e maltratta i migranti, tutto sembra convergere contro le politiche migratorie leghiste. Ma i ranghi di cui sopra, adesso più lucidi nella riorganizzazione, vedono anche altri interventi di peso sulla scena internazionale. Tra questi c’è l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Con la nota stampa diffusa ieri, l’UNHCR ribadisce le violazioni delle convenzioni internazionali che si stanno consumando in acque territoriali italiane: “La situazione a bordo è critica in quanto, non essendoci abbastanza posto all’interno dell’imbarcazione, alcune delle persone sono obbligate a restare all’esterno, sul ponte. Questa situazione non può essere protratta a lungo, soprattutto in un periodo difficile come quello invernale, con basse temperature e mare mosso. Preoccupa in particolare la situazione dei minori non accompagnati, in tutto 13, che si trovano sulla nave e per i quali è d’obbligo attivare quanto prima misure di protezione e tutela adeguate, in linea con le convenzioni internazionali.”
Alla mobilitazione prende parte, da protagonista, Mediterranea Saving Humans, la Ong italiana di cui la tedesca Sea Watch e co-fondatrice insieme a politici e personaggi della società civile italiana. Mediterranea ieri era a Siracusa e, mentre Fratoianni provava a salire a bordo della Sea Watch 3, sulla costa partecipava alla manifestazione visibile nella foto di apertura, postata con il seguente tweet: “Insieme alla società civile, insieme alle persone, questa mattina a Siracusa. Lo abbiamo chiesto tutte e tutti insieme. Fate sbarcare i 47 profughi della #SeaWatch3 e fornitegli l’assistenza a cui hanno diritto. L’umanità non può più aspettare. #SavingHumans #united4med”. Quel “insieme” nel tweet di Mediterranea vale una ventina di Organizzazioni cui si aggiungono l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, il Vaticano, il Quirinale (tirato ormai troppo per la giacchetta) ed illustri esponenti del mondo della cultura. Tutti contro quella politica leghista che dovrebbe vantare elettori per oltre il 30% degli aventi diritto votanti ma che di contro altro non è che un quinto, scarso, degli italiani adulti. Insomma, una vicenda che potrebbe vedere – in caso di coltellata alle spalle in Senato – il ministro degli Interni e leader della Lega processato per abuso di potere e sequestro di persona per coazione.
Dall’altra parte, purtroppo, le idee non arrivano e se arrivano sono davvero magre. Tanto da far ridere in faccia agli italiani che pretendono il “Prima” anche gli olandesi. Il suggerimento dell’unico ministro competente, il ministro per i Trasporti e le Infrastrutture Danilo Toninelli, in linea con Salvini sulla vicenda Sea Watch 3, è stato di rivolgersi all’Olanda di cui la nave della Ong tedesca batte bandiera. Olanda comunque non raggiungibile dalla Sea Watch 3 in navigazione con i 47 migranti a bordo per due ragioni: il primo è che ci starebbero circa tre settimane se non affondano prima circumnavigando l’Europa in pieno inverno con una nave di tale stazza; il secondo è quello dell’ingresso in acque territoriali italiane con l’ormai intervenuto Tribunale per i minori di Catania. In ogni caso, l’Olanda ha risposto che non starà al gioco e che se l’Italia vuole risolvere il problema lo deve fare in modo strutturale. Cosa significa “strutturale” è presto detto. Quando il premier Giuseppe Conte, al vertice di Bruxelles di giugno, si accordò con l’Ue dopo la sceneggiata sulla bozza che sarebbe stata già predisposta dai big europei, firmò un accordo “a Dublino invariata”. Accettò, in altri termini, integralmente il “Regolamento di Dublino III” senza neanche tentare di rimetterlo sul tavolo. Eppure, a novembre del 2017 il Parlamento europeo era pronto a rivedere interamente il regolamento in favore di una equa ripartizione dei migranti sul territorio europeo tra gli Stati membri dell’Unione. Una riforma che avrebbe risolto la questione dei richiedenti asilo che approdano sulle coste italiane e su questo territorio possono chiedere protezione. Pare che i gialli ed i verdi non fossero tanto favorevoli a simile drastico cambiamento come adesso non sembrano favorevoli al proseguo della missione Sophia. Eppure, in qualche modo, dall’Unione europea una mano era stata tesa verso l’Italia. L’Olanda, a questo punto, non può che prenderci in giro, come si farebbe con un Paese di idioti. Esattamente come sta facendo la Germania e perfino la Francia, che tanti motivi per ridere non dovrebbe averne.
Commenta per primo