di Giuseppe Castronovo
Tra le pagine del libro presentato ieri pomeriggio al Centro Studi Paolo e Rita Borsellino si può leggere un passaggio che rende la misura della denuncia che il testo contiene nel suo insieme: “…alla domanda su quali siano le relazioni tra mafia e Stato si può rispondere soltanto in un modo: La Mafia è lo Stato”. Scritto dal cronista di giudiziaria Alessandro Da Rold e pubblicato da Chiare lettere, il libro sconvolge e suscita interrogativi sulla consistenza degli affari di Stato e delle sue compartecipate sulle aree colpite da conflitti e là dove ci si dovrebbe interrogare sulla provenienza delle armi che causano vittime in conflitti locali. La mafia che non uccide più ma vende armi, e la linea di confine tra la mafia e lo Stato è flebile, a tratti inesistente. È un libro che si può leggere con la scorrevolezza di un romanzo, ma è un saggio basato su fatti, confermati da arresti di uomini, con tanto di nomi e cognomi, dichiara in apertura di incontro il sostituto procuratore Vittorio Teresi, uno degli uomini che ha messo lo Stato sul banco degli imputati con il “processo Trattativa”. Alessandro Da Rold, 38enne milanese, si è cimentato con una materia di cui è esperto ed a cui lavora da sempre. Tra le sue collaborazioni giornalistiche ci sono quelle con Il Riformista, Lettera 43, La Verità e Linkiesta; tra i temi di cui è esperto in materia ci sono gli interessi delle aziende partecipate italiane all’estero – con particolare attenzione giornalistica dedicata a quelli del colosso petrolifero nazionale ENI – e vanta di essere stato uno dei primi in Italia ad occuparsi del “caso Finmeccanica” che inevitabilmente si ritrova anche nel libro “Pecunia non olet”.
Il mondo della Difesa in Italia è complesso, conferma Rossella Daverio, docente universitaria che si è occupata per anni di questi temi ed è stata direttrice della comunicazione per Airbus a Tolosa. Dal libro viene fuori come Finmeccanica, partecipata dello Stato italiano che ha ricevuto ingenti finanziamenti pubblici agevolati, oggi di nuovo in sofferenza, sia invischiata quale industria della Difesa in affari illeciti con vari governi, tra i quali il Sudafrica che fu di Nelson Mandela. Il libro di Da Rold evidenzia illegalità e connivenze storiche, come quella di Vito Palazzolo, detto “Vituzzu”. Palazzolo, latitante ricercato da Giovanni Falcone e poi arrestato nel 2012, faceva affari nelle stanze di governatori e tiranni dei paesi africani con il nome di Robert von Palace Kolbatschenko. Il dottor Noordin Haji, del DPP (Direttore Pubblica Persecuzione) del Kenya, ha partecipato alla presentazione palermitana del libro di Da Rold e nel corso del suo intervento ha anche espresso il suo punto di vista sui rapporti tra i paesi europei e quelli africani: “È necessario ristabilire relazioni oneste e non criminali con l’Africa. Abbiamo bisogno – prosegue Noordin Haji – di una cooperazione bilaterale basata sulla legalità”.
Al tavolo dei relatori per la presentazione di Pecunia non olet era presente anche Francescomaria Tuccillo, avvocato, manager e già direttore di Finmeccanica per l’Africa subsahariana. L’avvocato campano viene presentato come il manager che, nell’aver detto no a chi voleva continuare ad agire nell’illecito, è stato tagliato fuori come si fa con le persone scomode. Tuccillo ha confermato che il lavoro letterario di Alessandro Da Rold è frutto di tantissime indagini giornalistiche condotte nel corso di vari viaggi in Africa del giornalista milanese. Ma il libro edito da Chiare Lettere non è soltanto il risultato di indagini giornalistiche condotte personalmente da Da Rold. Al suo interno ci sono infatti anche i risultati di varie Procure della Repubblica italiana – come quelle di Busto Arsizio, Milano, Napoli e Palermo – puntualmente raccolte da Alessandro Da Rold quali inoppugnabili documenti sulla fondatezza delle inchieste condotte sui casi citati nel libro. Pecunia non olet, il denaro non puzza, per rimanere nella traduzione dal latino, è un libro che tutti possono e dovrebbero leggere per comprendere fatti di cui l’opinione pubblica viene solitamente tenuta all’oscuro ma che incidono sulla vita reale e quotidiana di tutta la popolazione.