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Libia, festa per anniversario rivoluzione. Liberato capo intelligence di Gheddafi

Festeggiamenti per l'ottavo anniversario della rivoluzione libica del 2011

Migliaia di persone si sono radunate in strada nelle città più grandi della Libia. Dalla capitale della Cirenaica è partita nel 2011 l’offensiva verso la capitale libica Tripoli e contro Muammar Gheddafi. Una rivoluzione contro il regime del rais che oggi a Bengasi è stata festeggiata nel suo ottavo anniversario. Una festa che però lascia spazio a molti dubbi per come si è sviluppata e per i risultati che ha dato a quella che fu la Grande Jamahiriya del leader libico ucciso nel 2011. Nella storia ufficiale di questa rivoluzione mancano infatti alcuni passaggi ufficiali, come l’origine della rottura dell’embargo sulle armi che ha visto rapidamente armarsi i rivoltosi della Libia cirenaica e quali forze militari straniere appoggiarono inizialmente la fittizia rivolta che Gheddafi non riuscì a sedare e che denunciò immediatamente come artata da forze estranee a Bengasi.

La Libia del dopo Gheddafi è un territorio deflagrato tra varie fazioni, che non riesce a gestire la propria economia e neanche la NOC (la compagnia nazionale del petrolio), dilaniata dalla guerra e in balìa di forze straniere che ne sfruttano ogni singola risorsa utile a senza il reale riconoscimento del giusto valore di mercato. In questi otto anni Bengasi è divenuta capitale della Libia del generale Khalifa Haftar, Tripoli è capitale di se stessa governata da presidente del Governo di transizione Fayez Al Serraj che non ha alcun potere né alcuna influenza sulle altre regioni, a sud ed a ovest di Tripoli il potere è detenuto da altre tribù. Ovunque, in Libia, milizie di mercenari e trafficanti si mescolano in modo indistinto e dettando legge e scompiglio. In questo scenario, oggi, a Bengasi è stato festeggiato l’ottavo anniversario della rivoluzione che nel 2011 portò alla guerra ed all’esecuzione del leader libico Muammar Gheddafi.

I festeggiamenti, con folla numerosa che inneggiava slogan sulla “liberazione” sventolando bandiere della Libia, si sono svolti non soltanto a Bengasi ma anche nella regione tripolitana. Migliaia di persone si sono infatti radunate anche a Tripoli, Misurata e Zawyia. Un messaggio poco felice per le Nazioni Unite e per l’uomo che queste hanno voluto alla guida della Libia. La manifestazione anche a Tripoli è infatti segno che la capitale non è più sotto l’influenza del Governo di Tripoli ma, con buona probabilità, del generale Haftar che nelle ultime settimane ha esteso il suo dominio fino a sudovest e preso anche il controllo dell’impianto di estrazione petrolifera di El Sharara.

Tra le fazioni rivali che si scontrano nelle more delle elezioni nazionali che sembrano non giungere mai ad una data, c’è anche la corrente gheddafiana ancora viva. In un gioco di accordi e concessioni per stemperare l’astio, ed in un momento storico in cui la Libia è nuovamente teatro di bombardamenti da parte di un elevato numero di bandiere, è stato scarcerato il capo dei servizi segreti di Muammar Gheddafi, Abuzed Dorda. L’uomo, che nella Libia del colonnello Gheddafi ricopriva il ruolo di capo dei servizi di sicurezza esterni della Grande Jamahiriya, era in carcere dal 2011 ed è stato ufficialmente liberato per motivi di salute. L’ordine di scarcerazione emesso dalla Procura Generale del Paese risale però a giugno dello scorso anno ed è stato eseguito soltanto oggi. Appena libero, Abuzed Dorda si è recato in Tunisia dove – secondo la testimonianza di un parente dell’ex capo dei servizi al quotidiano libico Libyan Express – è stato ricevuto dal consolato libico di Tunisi. Non è l’unica scarcerazione quella di Abuzed Dorda. Oggi il Tribunale di La Valletta ha deliberato la scarcerazione del dirottatore del volo Afriqiyah Airways che nel 2016 atterrò a Malta invece che in Libia. Dopo 30 mesi di reclusione, l’uomo è stato scarcerato per attenuanti varie, dalle armi giocattolo all’assenza di esplosivo in dotazione per il dirottamento. A Malta per il reato di immigrazione clandestina sono previsti 18 mesi di carcere, per un dirottamento appena 30. Il dirottatore ha però un obbligo di dimora sull’isola-Stato.

Nelle ultime settimane il Paese nordafricano è stato teatro di bombardamenti ad opera dei Mirage 2000 francesi, impegnati secondo la Difesa dell’Eliseo in una guerra alle forze rivoluzionarie che minacciano il Ciad e provenienti dalla Libia. Ai raid francesi si aggiunge il continuo avanzamento delle forze del generale Haftar, che continua a conquistare territorio nelle stesse regioni in cui la Francia effettua i propri raid aerei. Il generale aveva infatti dichiarato in modo unilaterale un’area di No Fly Zone, minacciando di abbattere qualunque velivolo militare straniero avesse sorvolato la regione a sudovest della Libia sotto il suo controllo. A queste due forze si è aggiunto un nuovo attore, estremamente potente, che con l’eterna missione di guerra al terrorismo supera tutti i confini ed elude ogni mandato internazionale: gli aerei americani hanno infatti eseguito raid, ufficialmente annunciati il giorno di San Valentino, contro al-Qaeda nella città di Ubari, nella regione del Fezzan già interessata dall’avanzamento delle forze dell’Esercito Nazionale Libico di Haftar, nel sudovest della Libia. A comunicarlo, formalmente, è stato il portavoce del presidente Fayez Al Serraj, Mohamed El Sallak.

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