di Mauro Seminara
Il trattato sulla non proliferazione di missili nucleari a medio raggio siglato da Stati Uniti e Russia al termine della Guerra Fredda è stato ufficialmente sospeso dal Cremlino con decreto firmato dal presidente Vladimir Putin. L’atto di sospensione è stato reso pubblico da Vladimir Putin che ha dato disposizioni al Ministero degli Affari Esteri di renderlo noto anche alla parte co-firmataria del patto, gli Stati Uniti. La sospensione era già stata annunciata il mese scorso dal Cremlino con ampie motivazioni. Secondo lo Stato di Mosca infatti l’accordo era stato violato da tempo dagli USA e la proliferazione missilistica nucleare americana aveva costretto la Russia ad adeguarsi nel violare a sua volta il trattato. La produzione missilistica prevista dal trattato riguarda il cosiddetto medio raggio, cioè queli missili con lancio da terra che possono raggiungere obiettivi a 5.500 chilometri di distanza dal punto di lancio. Una corsa agli armamenti che getta la maschera e prende ufficialità dopo il breve storico periodo di disarmo che seguì la Guerra Fredda. Le accuse del Cremlino sono state ovviamente rigettate da Washington che, oltre a respingerle, accusa Mosca della stessa violazione. Un gioco delle parti che però era stata smentita prima di iniziare con la manifesta intenzione americana di “frazionare” le testate nucleari in un maggior numero di missili – rispetto a quelli previsti dai trattati internazionali – con una ridotta carica atomica.
Il trattato INF, Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, era stato siglato da Stati Uniti e Russia nel 1987. Da quell’anno non sono però mancate forme di minaccia militare che aggiravano il trattato ponendo una condizione di Guerra Fredda esistente ma meno visibile. In anni più recenti sono falliti alcuni tentativi americani di conquistare territori strategici per installare insediamenti militari alle porte dei confini russi, altre però sembrano essere andati in porto. Nel frattempo, la storia ha registrato l’annullamento del Patto di Varsavia sul fronte sovietico e la violazione dell’accordo di non espansione del Patto Atlantico. La NATO ha infatti continuato ad annettere Paesi estendendo il dominio della forza internazionale a guida statunitense nel corso di un apparente disarmo che avrebbe dovuto stemperare le tensioni tra le due superpotenze governate da Washington e Mosca. Immediatamente dopo la odierna ufficializzazione di sospensione del trattato INF da parte del presidente russo Vladimir Putin si è pronunciato il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Per sua voce, la NATO ha quindi esortato la Russia a rivedere la propria posizione e revocare la sospensione del trattato. Tuttavia, “la NATO dovrà essere pronta ad un mondo con più missili russi”, ha affermato il segretario generale omettendo riferimenti alle presunte violazioni al trattato INF da parte degli Stati Uniti che avrebbero scatenato la reazione del Cremlino.
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