La nave della Ong italiana è ferma a Lampedusa dal 19 marzo, giorno in cui è giunta nel porto pelagico violando l’alt intimato al confine con le acque territoriali italiane dalla Guardia di Finanza e con a bordo 49 migranti mentre tutto intorno le onde erano alte circa tre metri. Dopo la mezzanotte, già in data 20 marzo, era stato notificato il provvedimento di sequestro a fini probatori dalla Procura della Repubblica di Agrigento. Sequestro disposto e notificato unitamente all’avviso di garanzia per il comandante della nave, Pietro Marrone. Indagato anche Luca Casarini, dell’organizzazione non governativa che ha approntato la nave per il soccorso in mare, Mediterranea Saving Humans. Non sono trascorsi però dieci giorni dal sequestro, termine entro il quale il sequestro deve essere convalidato o cessato, che dalla Procura di Agrigento viene firmato il dissequestro. Lo ha fatto Salvatore Vella, lo stesso sostituto procuratore che si era recato a Lampedusa per interrogare il comandante della Mare Jonio ed avviare così le dovute indagini sul caso della nave battente bandiera italiana che ha soccorso 49 migranti in acque internazionali ed alla quale si voleva impedire l’accesso ai mari italiani. La nave è libera, ma al momento non lo è il comandante Pietro Marrone che deve rimanere nella disponibilità degli inquirenti fino a conclusione delle indagini. La Ong Mediterranea Saving Humans nel frattempo annuncia con un immediato tweet la notizia del dissequestro.
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