di Vittorio Alessandro
Nessuno, nemmeno l’Italia, ha risposto all’allarme di un barchino blu con venti persone a bordo che ha chiesto aiuto questa mattina intorno alle sei. Alarm Phone, che ha ricevuto la chiamata, afferma che già a quell’ora il natante aveva perso il motore e imbarcava acqua; otto persone erano già cadute in acqua e l’operatore sentiva il pianto di bambini. Tunisia informata, Italia informata, Malta informata.
A fronte di quel pianto e delle urla di chi sta annegando, vige il silenzio. Oltre alle milizie libiche, peraltro imbrigliate in una guerra civile, nel Canale di Sicilia ci siamo noi, un fronte SAR maltese inutilmente ampio e la Tunisia che non ha istituito una propria zona di ricerca e soccorso.
È inammissibile che tutto ciò continui: le statistiche del nostro governo sulle morti in mare sono basate solo sui numeri forniti dalla Libia, ma le persone continuano a partire e a morire, non sappiamo quante.
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