di Vittorio Alessandro
I lupi creano allarme, se ne autorizzi, dunque, l’abbattimento: la direttiva ai prefetti non è dei ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, titolari della materia, ma del ministro degli Interni. E attenzione: non vi si parla di accertato pericolo provocato dalla presenza dei lupi, ma di “allarme”.
Così, dopo aver occupato il campo di Toninelli, in materia di soccorso, e di Bonafede, in materia di legittima difesa, il Viminale invade la responsabilità istituzionale del ministro Costa che proprio sul lupo, animale protetto, aveva recentemente varato un articolato piano di monitoraggio e di azione.
Ancora un “piccolo” spostamento istituzionale apparentemente senza importanza (dedicato quest’ultimo, come quello in materia di legittima difesa, al mercato delle armi e ai cacciatori, importante bacino elettorale). E anche stavolta – come per l’immigrazione e la criminalità – non in risposta a un aggravato pericolo sociale, ma a un “allarme” che è comunque facile creare artificialmente, e poi rafforzare.
Domani, una presunta emergenza potrà essere denunciata nella sanità o nella scuola, e la soluzione sarà ancora del ministro di polizia.