di Vittorio Alessandro
Una volta le direttive ministeriali (regolamenti, circolari, atti di indirizzo) avevano i requisiti di generalità e astrattezza tipici della norma giuridica. La direttiva “Mare Jonio” emanata oggi dal Viminale intende bloccare una specifica nave e le sue attività che il ministero considera illecite, pur non essendovi alcuna condanna a carico dei responsabili ma soltanto, come si legge sul documento, un “accertamento nel corso di un procedimento penale”.
Il provvedimento vede la luce proprio nell’acuirsi della guerra civile libica e sancisce l’associazione del fenomeno migratorio e delle morti in mare al rischio di terrorismo. Esso nulla aggiunge agli indirizzi recentemente espressi in tema di chiusura dei porti, se non dirigerli contro una specifica nave: una sorta di surrogazione dei titolari delle funzioni esecutive e di giustizia e, soprattutto, una inusuale intimidazione.