L’ultimo titolo di Libero conferma l’indole non giornalistica della testata. La giovane Greta è divenuta, sulla prima pagina dell’accozzaglia di carta imbrattata, “Gretina” e l’accompagnamento rafforzativa la vede anche “rompiballe”. Nessuno stupore però, perché Libero non è nuovo a simili titoli. Lo stupore dovrebbe farsi presente di fronte al Consiglio di disciplina della Lombardia che, come precisa l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, è un organo autonomo. Ma l’autonomia del Consiglio di Disciplina dovrebbe adesso essere valutata come anche gli sponsor del quotidiano Libero.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha convocato il direttore di Libero, il giornalista Pietro Senaldi, per un tentativo di moral suasion circa i titoli ed alcuni contenuti pubblicati dal giornale che dirige all’ombra di Vittorio Feltri. Con una nota diffusa dallo stesso CNOG, si precisa che l’Ordine non può intervenire sulle decisioni del Consiglio e che comunque la testata è già soggetta ad un grave numero di fascicoli disciplinari gestiti dal Consiglio di Disciplina territoriale. Tra questi dieci fascicoli, come elencati dal CNOG, ce ne sono due conclusi con la censura, due conclusi con l’avvertimento, tre in fase di istruttoria e tre nel frattempo archiviati. Libero però continua a pubblicare titoli e contenuti che poco o nulla hanno a che vedere con il giornalismo e la sua deontologia.
L’attacco alla giovane Greta era comunque nell’aria ed anticipato dalla linea di pensiero di altri giornalisti della verbalmente violenta famiglia feltriana, come quel già “non giornalista” di Filippo Facci che alla notizia di Greta in Italia e dal Papa scriveva il commento “Dove sono i meteoriti quando hai bisogno di loro?”. Odio, gratuito, e violenza ideologica nei confronti di chi non è dell’idea dei sedicenti giornalisti e opinionisti di bassa lega. Ma se l’Ordine dei Giornalisti annuncia di non poter costringere il Consiglio di Disciplina territoriale a prendere una più radicale decisione nei confronti della testata ufficialmente diretta da Pietro Senaldi, altro caso è quello degli sponsor che finanziano con la loro pubblicità il giornale di Feltri e Senaldi. Campeggia infatti in testa alla prima pagina del giornale il marchio di prodotti per l’igiene orale Silver Care. Un marchio di prodotti da grande distribuzione che sembra non avere problemi nell’accostare il proprio brand a simili gratuite volgarità giornalistiche. A meno che Silver Care non sia specializzata nell’igiene orale di ignoranti lettori con tendenze razziste e chiusure ideologiche verso nuove ideologie ambientali come quelle proposte dalla giovane Greta.
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