L’ultimo contatto con la centrale civile Alarm Phone è delle 13:49, a bordo c’è panico diffuso, due persone sono svenute ed altre tentano di turare la falla con gli indumenti. Il natante imbarca acqua, rapidamente, ma dalla Libia non rispondono più ad Alarm Phone che aveva comunque avvisato le sale operative di coordinamento soccorso di Italia e Malta oltre a quella libica. A bordo del barcone ci sono 150 persone e la richiesta di soccorso è di questa mattina. Ore interminabili per i passeggeri della carretta a cui si è rotto il motore oltre ad aprirsi una falla che fa imbarcare troppa acqua per un natante già sovraccarico. In zona c’è di tutto, tranne soccorritori. Le navi militari di ogni bandiera abbondano al confine della fascia contigua alle acque territoriali della Libia, ma l’unica nave ad aver offerto la propria disponibilità ad intervenire era stata la Mare Jonio.
La nave della Ong che ieri mattina ha lasciato il porto di Lampedusa si trovava ad ovest di Tripoli, mentre il barcone che ha lanciato l’allarme è stato avvistato in acque territoriali libiche a circa cento chilometri est della capitale. Oltre cento miglia di distanza tra il naufragio in corso e la nave della Ong Mediterranea Saving Humans che, tra l’altro, non poteva entrare in acque territoriali libiche senza l’autorizzazione dell’autorità nazionale; o senza la protezione militare di bandiera, cioè italiana. Le ultime notizie riguardano una motovedetta della sedicente guardia costiera libica che forse aveva lasciato il proprio ormeggio per intervenire sul naufragio a cui tutti stavano assistendo ma nessuno interveniva. Nessuna conferma però sulla tempestività del soccorso del barcone che, come annunciato da Alarm Phone, non risponde più al telefono e con la quale è avvenuto l’ultimo contatto alle 13:49.
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