La protesta nel porto di Genova non ha reso quello della Bahri Tabuk un viaggio a vuoto. Al massimo può aver impedito il carico di alcuni container nel porto ligure, ma certo non ha impedito il grosso del carico che la nave ha effettuato in un porto italiano. Il porto in questione è quello di Cagliari, dove alle 06:40 di questa mattina la Bahri Tabuk ha fatto il suo ingresso con una rotta non ufficiale. Un apparente fuori programma che però vedeva il porto sardo pronto a caricare con tempistica da box di Formula 1. Alle 07:30 era già pronto un carico composto da 4 container arancioni giunti in area portuale da ingresso alternativo e sotto scorta privata. Tutta l’operazione è stata documentata da Rete Italiana per il Disarmo che, grazie al fotografo Kevin McElvaney, ha anche le immagini della sosta sarda della nave e dei container che ha preso a bordo.
Cagliari è il porto principale della Sardegna ed anche il porto commerciale utile alla RWM, l’azienda di proprietà tedesca con stabilimento di produzione a Domusnovas e sede a Ghedi, vicino Brescia. La RWM produce bombe. Quelle documentate in Yemen che hanno causato stragi di civili e che vengono vendute all’Arabia Saudita. Esattamente dove la Bahri Tabuk è diretta. Alla RWM gli affari sembrano peraltro andare a gonfie vele. Nello stabilimento di Domusnovas si lavora sette giorni su sette con tre turni giornalieri. Merito di una commessa, presa nel 2016, da oltre 400 milioni di euro per la produzione di circa 20mila bombe. Il sindaco di Iglesias ha anche autorizzato, sul territorio comunale amministrato, l’ampliamento della fabbrica di morte.
La nave Bahri Tabuk, dopo il caso scoppiato grazie ai portuali di Genova, aveva lasciato il porto ligure per uno scalo a Marsiglia. Dal porto francese ha tolto gli ormeggi il 29 maggio, senza però indicare altra destinazione italiana. L’arrivo a Cagliari è stato “inatteso”, ma non ha colto alla sprovvista la Rete Italiana per il Disarmo che ne monitorava i movimenti. Il Governo italiano, pur essendo la RWM un’azienda tedesca, è tenuto ad autorizzare esportazioni di armi dal proprio territorio ed a renderne pubbliche le autorizzazioni. Al Governo si rivolge quindi la RID chiedendo se è a conoscenza del contenuto dei pesanti container che sotto scorta sono stati caricati sulla nave della morte e se, nel caso di bombe della RWM, ne ha autorizzato consapevolmente l’esportazione.
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