Matteo Salvini, si legge in una nota del Viminale, ringrazia i medici italiani, con particolare riferimento ai pediatri. E commenta le critiche del direttore della Pediatria d’urgenza del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, Marcello Lanari. In un’intervista concessa ieri all’Agenzia Dire, durante il 75esimo congresso nazionale dei pediatri, il medico ha sostenuto che il Decreto Sicurezza ha effetti negativi sui minorenni immigrati, aggiungendo che “nel nostro pronto soccorso i minori stranieri vengono sempre accettati e gestiti”. Replica di Matteo Salvini: “Ovviamente nessuna legge, in Italia, mette e metterà mai in discussione il diritto alle cure sanitarie per tutti, tantomeno ai minorenni. E il Decreto sicurezza è quindi citato a sproposito: gli stranieri con meno di 18 anni vanno subito in accoglienza e non possono nemmeno essere espulsi o affidati ad altri Paesi Europei”. Non solo. Lanari, ricorda il Viminale, ha sostenuto che il ritorno di alcune malattie come Tbc e scabbia non sia legato all’immigrazione di massa ed agli sbarchi.
“Purtroppo l’Africa non ha le stesse condizioni igienico-sanitarie di casa nostra– commenta il ministro dell’Interno- e infatti solo nel 2017 l’Italia ha avuto circa 3.900 casi di tubercolosi, di cui oltre il 60% nella popolazione straniera. Già in un rapporto del 2008 sulla tubercolosi in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute, si leggeva che ‘nonostante l’incidenza si sia ridotta negli ultimi anni, la popolazione immigrata ha ancora un rischio relativo di andare incontro a TBC che è 10-15 volte superiore rispetto alla popolazione italiana’. Spesso gli immigrati sono anche più poveri della media: è anche per questo che abbiamo bloccato gli arrivi. Per anni ci siamo portati in casa gente che non aveva la possibilità di integrarsi, lavorare e vivere nel rispetto della legge e in condizioni dignitose. Questi sono i fatti, il resto è pura polemica politica. Buon lavoro a tutti i medici e pediatri, nella certezza che nessuno voglia falsare dati ed evidenze per fare battaglie politiche che poco c’entrano con la vita di ambulatori ed ospedali”.
“Una piccola e breve risposta perché, come il ministro Salvini avrà tantissime cose da fare, anche io come pediatra sono alla chiusura di un congresso nazionale di Pediatria bello ed interessante. Se il ministro andrà a guardare le registrazioni delle nostre interviste, noterà che da parte mia non c’è stato alcun accenno al decreto sicurezza. Mi sono attenuto, essendoci altri interlocutori nell’intervista, al mio ruolo di pediatra, direttore di un pronto soccorso pediatrico, senza fare alcun riferimento a particolari normative, astenendomi dal dare ai miei giudizi una connotazione politica”. Risponde così Marcello Lanari, direttore della Pediatria d’urgenza del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, alla replica del ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Ho semplicemente menzionato – spiega Lanari – alcune problematiche che i nostri bambini migranti e, in particolare si parlava di minori non accompagnati, possono riscontrare quando arrivano sul nostro territorio. Ho ribadito che noi pediatri di famiglia, universitari e ospedalieri abbiamo dato in molte occasioni una bellissima prova nel tenere fede al primo nostro principio, siglato dal giuramento di Ippocrate: curare chiunque per etnia, credo e colore della pelle. Così ci comportiamo”. “È effettivamente come il ministro dice- conferma Lanari- i nostri pronto soccorso sono aperti ad ogni bambino che arrivi e noi prestiamo tutte le cure del caso. Riguardo al tema delle patologie che possono essere importate da altri paesi che hanno condizioni epidemiologiche e socioeconomiche svantaggiate, quali quelle da cui tipicamente provengono i migranti, è evidente che quanto riportato dal ministro è reale. È tuttavia altrettanto evidente che con dei sistemi efficienti si elimina assolutamente la possibilità di diffusione di queste malattie”.
“È stato messo in piedi – aggiunge il pediatra – un sistema di accoglienza sanitaria per la quale i bambini che arrivano vengono evidentemente valutati da delle equipe composte anche da dei pediatri in grado di escludere e affrontare, secondo protocolli identificati dalle nostre società scientifiche, varie patologie tra le quali alcune diffusive come la scabbia o la tubercolosi, mettendo in sicurezza il soggetto ammalato e la nostra società”. Il professore aggiunge: “È evidente che questo sistema funziona, ma che può essere messo in discussione se il bambino non ha un percorso che, ove si trovino patologie gravi, possa continuare in sintonia con le cure previste. Pur non negando, come dice il ministro, una differente epidemiologia per alcune patologie, quali la tubercolosi e la scabbia, voglio aggiungere che non sono proprie dei soggetti africani piuttosto che asiatici, ma sono patologie connesse alla povertà”. Lanari conclude: “Immagino che il ministro già conosca e apprezzi il lavoro portato avanti da noi pediatri, e comunque riteniamo che qualunque forma di confronto sia sempre positiva”.
Agenzia DIRE