La Digos blocca uno striscione “ironico” nei confronti di Matteo Salvini portato in piazza del Popolo a Roma dove è in corso la manifestazione sul pubblico impiego. A denunciarlo la Uil Fpl. Nello striscione sono raffigurati i due vicepremier, Di Maio e Salvini. “Mattè, dicono che mettesse contro il sindacato porta male”, esclama Di Maio nei confronti dell’alleato di governo. “Sì Gigino – risponde Salvini – infatti mi sto portando avanti col lavoro”.
“Solo uno striscione ironico. Volevamo metterlo al Pincio perché molto grande – spiega Michelangelo Librandi, segretario generale della Uil Fpl – ma ci hanno bloccati, poi abbiamo provato a metterlo per strada ma è intervenuta la Digos dicendo che visto che era contro i due vicepremier questo striscione non poteva essere aperto. Lo abbiamo portato qui in piazza del Popolo al gazebo e mi dicono che ci sono persone della Digos che ci piantonano perché non lo dobbiamo aprire”.
La questura di Roma interviene con una nota in merito a quanto riportato nelle ultime ore da alcune agenzie di stampa, su un presunto “blocco di uno striscione contro di Maio e Salvini”. “Questa mattina – precisa il comunicato – personale impiegato nel servizio di ordine pubblico, predisposto in occasione della manifestazione in favore del rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti pubblici, ha esortato alcuni manifestanti, appartenenti al sindacato della UIL, a rimuovere uno striscione posto su una parete di interesse storico culturale, sita in via Adamo Mickiewicz, nei pressi del Pincio.
Nessuna valutazione è stata fatta circa l’aspetto contenutistico, ma, si è ritenuto che lo striscione fosse lesivo del decoro paesaggistico, così come previsto dall’art.49 del Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, dove espressamente si vieta il collocamento o l’affissione di cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelate come Beni Culturali”. Si legge ancora nella nota della Polizia che “è inoltre prevista una comunicazione preventiva ai competenti uffici del Comune nel caso in cui si voglia procedere a tali esposizioni che, nella circostanza, non è stata effettuata, così come confermato dagli uffici capitolini. Lo striscione è stato poi ripiegato autonomamente dai manifestanti e lasciato nella loro libera disponibilità. Giova precisare che già in precedenti ed analoghe situazioni non è stata consentita l’esposizione di manifesti e di striscioni nel medesimo posto. Pertanto – conclude la Questura di Roma – è evidente come non si sia trattato di alcun atto di censura, come erroneamente da alcuni denunciato”.
Agenzia DIRE