di Mauro Seminara
Una ispezione è stata autorizzata da Roma per verificare le condizioni medico sanitarie a bordo della Sea Watch 3. L’esito del controllo medico è stato un MedEvac, una evacuazione medica, disposta per dieci persone che da tre giorni si trovavano insieme agli altri 43 compagni di sventure sulla nave Ong. La procedura è stata avviata mentre la stampa ancora titolava il divieto di sbarco firmato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. La motovedetta della Guardia Costiera ha fatto il suo ingresso in porto intorno alle 18, dopo il trasbordo dalla Sea Watch 3 sempre al di fuori delle acque territoriali che circondano Lampedusa. Al Molo Favarolo, blindato dalle forze dell’ordine ed interdetto anche ai giornalisti per ragioni mai chiarite dai competenti ministeri dei Trasporti e dell’Interno, era presente anche il dottor Pietro Bartolo. Il medico, eletto al Parlamento Europeo con un record di preferenze – oltre 220.000 – ha visitato i due bambini di meno di un anno, un maschietto ed una femminuccia, le quattro donne ed i quattro uomini che la Guardia Costiera ha condotto su solida terraferma.
Dopo le operazioni di rito al molo, con le visite ed il trasferimento di un uomo ed una donna in ambulanza ed i restanti in un pulmino al centro di prima accoglienza di Contrada Imbriacola, il medico ha risposto ad alcune domande sul caso ricordando che impedire ai profughi a bordo della nave Ong di sbarcare ha poco senso visto il numero di sbarchi che si registrano regolarmente sull’isola con arrivo autonomo fino alle acque territoriali. Mentre al Molo Favarolo era atteso l’arrivo delle persone evacuate dalla Sea Watch 3, davanti il palazzetto municipale di Lampedusa si erano radunate quattro persone con tanto di bandiera con il sole delle Alpi leghista ad inneggiare lo slogan “porti chiusi”. Il coro però è risultato di scarsa armonia, visto il ridottissimo numero dei partecipanti.
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