di Alfonso Raimo
“L’Ilva continua a mietere vittime. La Regione Puglia affida all’Organizzazione mondiale della sanità la valutazione dell’impatto sanitario” e mette in mora il governo: “Non ha fatto nulla. Mantenga gli impegni presi in campagna elettorale”. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, illustra a Montecitorio la procedura con cui la Regione “dà incarico all’Oms di redigere la valutazione di impatto sanitario preventivo” sullo stabilimento di Taranto.
“Si tratta ovviamente di un atto fondamentale politico – spiega Emiliano interpellato dall’agenzia Dire – che ha natura tecnica, ma ha anche valore. È evidente che noi non possiamo scavalcare le norme nazionali, che fanno dell’Ilva una fabbrica extraterritoriale, alla quale non si applicano le leggi che si applicano a tutte le altre fabbriche italiane. Però possiamo mettere in mora il governo nel mantenere gli impegni presi in campagna elettorale e che ha completamente disatteso”.
La Regione vuole “contribuire con un approccio scientifico a una decisione politica saggia intorno alla vicenda di questa fabbrica che provoca morti in numero superiore alla media in Puglia per le stesse malattie. È pacifico che la fabbrica continui a mietere vittime. Qualcuno dirà che adesso la fabbrica fa meno morti, ma è appunto questo il quesito che stiamo ponendo all’Oms”, aggiunge il presidente.
Michele Emiliano chiama in causa il governo e in particolare il M5s. Il coinvolgimento dell’Oms, spiega, “non esclude che le Asl, l’Ispra o l’Iss, con in mano i risultati dell’Oms, possano poi dire la loro e prendere le decisioni migliori. Non capisco tutto questo panico del M5s nei confronti dell’Oms. Mi viene qualche sospetto: non so perchè hanno paura di un ente obiettivo, esterno all’Italia, unanimemente riconosciuto come il migliore al mondo in materia di salute. Non capisco perchè la Regione Puglia non possa rivolgersi a un’istituzione pubblica come l’Oms”. La verifica servirà ai cittadini per avere elementi decisivi sulla chiusura o meno dell’Ilva.
“La Regione Puglia non dice chiacchiere. Io non posso né chiudere, né decidere di tenerla aperta. Posso fornire ai cittadini dei dati che possono consentire loro di capire cosa sta accadendo. La stessa cosa vale per il governo. Aveva detto che l’avrebbe chiusa, io avevo detto che avrei sostenuto questo loro progetto, a patto di reindustrializzare l’area. Non capisco perchè non abbiano fatto assolutamente nulla e perchè tengano la fabbrica in funzione, come avrebbe fatto il precedente governo con una vecchia tecnologia a carbone che è sicuramente mortale”.
Agenzia DIRE
Commenta per primo