di Vittorio Alessandro
Alcune noiose (ma utili) considerazioni sul decreto Sicurezza bis, ora che ne stiamo vedendo gli effetti perversi, oltre che sulle persone, sull’ordinamento giuridico. La nuova disciplina è andata a sanzionare ipotesi già previste dalla legge: la mancata ottemperanza a un ordine impartito dall’autorità marittima (art. 1174 del codice della navigazione, sanzione amministrativa se il fatto non costituisce reato) e il delitto di favoreggiamento della immigrazione clandestina.
La previsione di nuove e diverse sanzioni, limitate peraltro al solo campo amministrativo (quella pecuniaria e la confisca della nave, in caso di reiterazione), ha creato – come si vede – un gran pasticcio.
Sommare, infatti, sanzioni a sanzioni per punire lo stesso comportamento non è indice di maggior rigore, ma di confusione; né può intaccarsi il principio “ne bis in idem” per il quale la stessa condotta non può essere punita due volte, penalmente e in via amministrativa.
Ora che, per la Sea Watch 3, è stata chiamata in causa la magistratura, dovrebbe dunque recedere (o, quanto meno sospendersi) il procedimento amministrativo.
E, se mai dovessimo riparlarne, la confisca non potrà, stavolta, essere inflitta: non è certo reiterazione rispondere per due volte “no” alla stessa intimazione di non entrare nelle acque territoriali.
Per chiarezza.
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