Torino, l’estrema destra è estrema ed ha i missili aria-aria

Personaggi legati a forze politiche estremiste italiane detenevano armi automatiche d’assalto ed un missile aria-aria. Il nucleo paramilitare era coinvolto anche nel conflitto armato del Donbass

Polizia estrae missile aria-aria sequestrato a Torino - Credit foto Agenzia AGI

Mentre a Roma c’è mezzo esercito impegnato per lo sgombero di un edificio occupato da oltre 300 persone senza una casa, con camionette, blindati ed elicotteri, passa un po’ in sordina l’arsenale sequestrato a Torino da altre forze dell’ordine ad estremisti di destra. Generica definizione per quelli che sono stati chiamati “neonazisti”, “neofascisti”, “sovversivi”, e che invece pare siano “semplicemente” riconducibili a forze politiche sdoganate in Italia come Forza Nuova. A questa formazione politica estrema, alla quale insieme a Casa Pound viene strizzato l’occhio da Lega e Fratelli d’Italia, apparteneva Fabio Del Bergiolo, il 50enne ex ispettore anti-frode delle dogane arrestato per il coinvolgimento nell’arsenale scoperto a Torino. Non si tratta di fucili a pallettoni o revolver. Tra le incredibili scoperte c’era anche un missile aria-aria di provenienza fortemente preoccupante. Il Matra è un missile di fabbricazione francese ed in dotazione alle forze armate del Qatar. A corredo dell’arma da guerra c’erano anche fucili automatici d’assalto. Non i soliti vecchi Kalashnikov ormai venduti in tutto il mondo ed a chiunque, ma armi sofisticate di ultimissima generazione. Gli “estremisti” ai quali è stata scoperta la casermetta erano tenuti da tempo sotto vigilanza ed erano risultati coinvolti nel conflitto armato del Donbass, in Ucraina. In Italia pare quindi che fosse radicata, in seno a forze politiche estremiste che hanno anche sostenuto l’attuale Governo, forze paramilitari che hanno avuto ruoli accertati in azioni di sovversione democratica – o golpe – di altri Paesi. La vicenda emerge peraltro in un momento estremamente delicato in cui parte del Governo italiano è coinvolto in quello che la stampa nazionale ha ribattezzato “Russiagate”.

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