La nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea Saving Humans, è libera di lasciare il porto siciliano di Licata. Questo ha disposto la Procura della Repubblica di Agrigento che ne aveva disposto il sequestro probatorio a seguito di un soccorso con cui il 9 maggio la nave Ong aveva salvato 30 persone. La nave era arrivata a Lampedusa in attesa di un porto sicuro che nessuna autorità le indicava, e la vicenda fece parlare la stampa libera italiana per l’analogia tra il concomitante soccorso effettuato dalla nave della Marina Militare italiana – la Cigala Fulgosi – che non aveva affidato i naufraghi ai libici e la nave Ong che il Governo italiano pretendeva si attenesse alle disposizioni della cosiddetta guardia costiera libica.
La Mare Jonio tornerà in mare per una nuova missione di ricerca e soccorso entro un paio di settimane. “Ci stiamo già lavorando”, racconta Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Huumans. “Siamo felici di poter tornare in mare, ma anche che in queste settimane di assenza forzata non si sono fermati i soccorsi ad opera della società civile – spiega Sciurba – che con pescherecci, navi da crociera e navi Ong non ha abbandonato le persone in difficoltà ad un triste destino”. La Mare Jonio non è stata oggetto di sequestro preventivo, finalizzato quindi alla confisca, da parte della Procura di Agrigento. Le indagini rimangono comunque aperte e non si prevede una archiviazione nell’immediato futuro. La Procura diretta dal magistrato Luigi Patronaggio ha infatti una lunga serie di fascicoli, voluminosi, sul tavolo e fino a questa mattina tre navi Ong sotto sequestro nel porto di Licata: la Mare Jonio e la Alex della Mediterranea Saving Humans e la Sea Watch 3 della Ong tedesca Sea Watch.
La nave della Ong italiana era stata sequestrata già una prima volta quest’anno, il 20 marzo. Stessa procedura per le stesse ragioni. Vicenda che si era conclusa in tempi più brevi con analogo disposto dissequestro dopo meno di dieci giorni di sequestro probatorio che aveva visto la Mare Jonio ferma nel porto di Licata. Entrambi i sequestri a fini probatori subiti dalla nave della Ong Mediterranea erano stati disposti prima dell’entrata in vigore del decreto sicurezza bis. Mediterranea Saving Humans aveva nel frattempo noleggiato una barca a vela, la Alex, con cui aveva intrapreso una missione di monitoraggio nel Mediterraneo centrale inevitabilmente culminata con un soccorso ed un braccio di ferro con le autorità italiane, successivo al caso Sea Watch, che si era infine concluso con il sequestro probatorio del vascello.