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Sicurezza Bis, il decreto della morte esautora il Parlamento

In copertina: Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica

Il decreto sicurezza bis di Matteo Salvini, già approvato dalla Camera nella sua conversione in legge, è approdato oggi nell’aula del Senato. Tra farse e fiducia posta dal Governo, l’aula inizia la discussione del testo blindato che è quasi deserta. Assente anche il relatore. La modalità di approccio alla conversione in legge di uno dei testi più controversi del Governo M5S-Lega è da banco di prova della vera maggioranza parlamentare. Malgrado le premesse di non voto da parte di Forza Italia e Fratelli d’Italia, l’aula ha superato la pregiudiziale di incostituzionalità con ampia maggioranza. Il testo, esaminato in Commissione Giustizia, aveva evidenziato l’assenza dell’urgenza necessaria a motivare il decreto legge invece del disegno di legge. Tra i relatori ascoltati in audizione erano stati infatti rilevati l’incostituzionalità nel ricorso al decreto legge ed anche ai rischi per l’ordine pubblico che ne conseguiranno. Quest’ultima osservazione giungeva ai membri della Commissione proprio dal sindacato della Polizia di Stato.

Il senatore Gregorio De Falco, già ufficiale della Guardia Costiera ed ex Movimento 5 Stelle, ha parlato di un decreto che “porta morte”, e con queste parole ha invitato i colleghi senatori ed ex colleghi di partito a votare con la schiena dritta, secondo coscienza. Il decreto, per una ragione o per l’altra, potrebbe anche non passare al Senato. Il Partito Democratico e Liberi e Uguali aveva votato in riconoscimento della pregiudiziale di incostituzionalità. Il partito di Silvio Berlusconi potrebbe contribuire a far aumentare il quorum aderendo alla votazione senza esprimere un voto, quindi astenendosi ma senza uscire dall’aula come il partito di Giorgia Meloni che lascia intendere l’astensione motivata dalla linea addirittura troppo morbida del testo. Il Movimento 5 Stelle parrebbe invece avere ormai abdicato per una indiscussa leadership della Lega e di Matteo Salvini in particolare.

Alla conversione in legge del decreto sicurezza bis, malgrado l’ancora oggi inspiegabile promulgazione del presidente della Repubblica che pare averlo firmato senza darvi lettura, sta facendo insorgere una ampia e pesante parte della società civile. Di disumanità parlano infatti persone quali padre Alex Zanotelli e padre Luigi Ciotti, entrambi profili di indiscusso prestigio ed al di sopra di ogni sospetta politicizzazione prima dell’ondata virtual fascista con cui anche Papa Francesco e Gino Strada sono diventati nemici della patria, del cristianesimo e forse anche dell’integrità della pura razza ariana. Ma disumanità a parte, il decreto sicurezza bis ha già dimostrato, nei casi delle Ong Sea Watch e Mediterranea, di causare conflitti di attribuzione tra l’iter sanzionatorio amministrativo previsto dal decreto e quello penale di competenza della Procura della Repubblica. Il decreto sicurezza bis si è infatti dimostrato inefficace verso quelle “maledette Ong” che si vorrebbe colpire, ma anche, come ha sottolineato in aula il senatore di Liberi e Uguali Vasco Errani, non ha fermato tutte le barche che entravano autonomamente in porto mentre tutti i riflettori erano puntati sulle navi Ong.

Redazione:
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