di Mauro Seminara
Il senatore Gregorio De Falco, su invito del Forum Lampedusa Solidale, ha visitato il centro di accoglienza di Lampedusa insieme all’avvocato Alessandra Ballerini, legale, tra gli altri, della famiglia Regeni. “L’ispezione – recita il comunicato stampa diramato dal senatore De Falco – è stata sollecitata dai cittadini Lampedusani, preoccupati dalla tensione causata dall’inspiegabile protrarsi della permanenza di decine di giovani tunisini all’interno del centro di Contrada Imbriacole, così come più volte denunciato dal Sindaco Salvatore Martello”. Il comunicato stampa, redatto dopo l’ispezione, è stato condiviso, nel suo contenuto, anche dal sindaco dell’isola, Totò Martello, che aveva già chiesto un intervento delle autorità competenti in quella enclave del Ministero dell’Interno che è l’hotspot di Contrada Imbriacola.
“La situazione dentro e fuori il centro è assolutamente insostenibile”, spiega Gregorio De Falco, senatore del Gruppo misto dalla rottura con il Movimento 5 Stelle. Nella nota del senatore viene tracciato lo stato di degrado e disagio che i migranti subiscono all’interno della struttura sottodimensionata per i numeri cui sta facendo fronte con gli ultimi arrivi via mare.
“All’interno 182 persone (tra cui 7 donne e 21 minori) sono costrette da giorni e giorni a vivere in condizioni degradanti, in spazi destinati ad un massimo di 96 persone. Alcune di loro sono giunte sull’isola il 10 agosto scorso.
L’ente gestore non è in grado di far fronte ai bisogni primari di questi individui: non ci sono i kit completi per l’igiene per tutti i presenti, i telefoni pubblici non funzionano.
I pasti vengono consumati all’aperto perché mancano zone destinate alla mensa e alla socialità, mentre cani randagi e malati si aggirano all’interno del centro.
La maggioranza delle persone all’interno dell’hot spot provengono dalla Tunisia e sono giunti sull’isola autonomamente o soccorsi da Guardia Costiera o Guardia di Finanza. I tunisini vivono una situazione di forte ansia perché perfettamente consapevoli del rischio di essere rimpatriati e ciò provoca nervosismo e tensione che aumentano col prolungarsi della loro permanenza sull’isola.”
Il Governo italiano, ed il Ministero dell’Interno, pare abbiano dimenticato di gestire l’hotspot di Lampedusa con i dovuti trasferimenti e la conseguenza sull’isola si è trasformata, per l’ennesima volta, in motivo di tensione tra gli isolani. Un fenomeno che si verifica con consuetudine se vengono meno i trasferimenti e la struttura è sovraffollata. Un caso che però, in piena crisi di governo, viene scarsamente attenzionato e che in pieno potere dell’uscente governo “gialloverde” era motivo di strumentalizzazione politica nei confronti del sindaco di Lampedusa che, non venendo meno agli obblighi di soccorso in mare, tipico dei pescatori, annunciava la propria apertura verso le navi bloccate dai “porti chiusi” del ministro dell’Interno pur pretendendo l’ordine pubblico sulla propria isola che lo stesso ministro negava.
“La tensione che si genera all’interno dell’hotspot – spiega Gregorio De Falco con piena approvazione di contenuti da parte di Totò Martello – si trasferisce al resto dell’isola dove una situazione che si sarebbe potuta gestire in termini pragmatici a garanzia della sicurezza di tutti rischia di alimentare un clima di conflitto che può esplodere da un momento all’altro.
Non si può chiedere a quest’isola che vive di turismo di farsi carico proprio in questo periodo di errori e responsabilità che sono esclusivamente da addebitarsi al nostro governo che – come più volte evidenziato dal sindaco Martello – ha letteralmente abbandonato Lampedusa e cancellato i suoi bisogni dall’agenda politica.
Terminato il teatrino intorno alla vicenda della Open Arms, volutamente creato dal ministro dell’Interno per alimentare il suo consenso, ancora una volta quest’isola è stata abbandonata, e non si riesce davvero a comprendere se questo sia avvenuto per incapacità o per fomentare ancora una volta un clima di emergenza e conflitto sociale.
Qualsiasi scontro si consumerà su questo scoglio sarà da imputare esclusivamente all’attuale governo.
Chiedo al presidente del Consiglio e al ministro degli interni di provvedere immediatamente con qualsiasi mezzo al trasferimento di tutti i migranti ristretti all’interno dell’Hot Spot in una situazione degradante.
La popolazione di questa splendida isola dimostra ancora una volta con serenità e lucidità non solo di saper obbedire senza alcun tentennamento alle leggi del mare ma di avere a cuore la tutela dei diritti di tutti, persone migranti e isolani. Per questo motivo e per l’esempio che ci offre la popolazione dell’Isola non va lasciata sola.”