di Vittorio Alessandro
Non è detto, ma dicono che Salvini cadrà vittima di un ribaltone come quello che D’Alema, Buttiglione e Bossi ordirono nel 1994 contro Berlusconi. Il fatto è che reclamare pieni poteri, in una democrazia come la nostra, alquanto complessa e non ancora articolata per tribù, può costituire un intoppo, tanto più se a muoversi è un politico con uno spessore da carta velina. Uno, insomma, che, pur di rimanere al proprio posto, si dice ora disposto a concedere il ruolo di premier al competitore Di Maio, trattato fino a ieri come il garzone di bottega.
Delle due, l’una: o il ragazzo di bottega è improvvisamente cresciuto, oppure Salvini-Franti si crede più cresciuto di quel che è.